Stipendi parlamentari, il tema torna a far rumore. Dopo il via libera di qualche giorno fa al ripristino dei vitalizi per i senatori, oggi agli ‘onori’ della cronaca è salita la Camera. In mattinata si è infatti discussa l’approvazione del Bilancio del ramo del Parlamento. Tra i tanti interventi, a fare scalpore è stato quello di Piero Fassino. L’esponente dem è stato l’unico a non votare la mozione, astenendosi. Ma non è stato questo a provocare discussione, bensì alcune parole pronunciate prima di esprimere la propria preferenza.
L’ex sindaco di Torino ha voluto smentire il luogo comune secondo cui quelli dei parlamentari sarebbero stipendi d’oro. A riprova delle sue affermazioni, ha mostrato il cedolino relativo agli importi percepiti nel mese di luglio. Documento che, ci ha tenuto a sottolineare, è uguale per tutti. “Da esso – ha spiegato – risulta che l’indennità lorda di un parlamentare è di 10.435 euro. Cifra da cui vengono defalcati il prelievo Irpef, l’assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati, che è di 1000 euro al mese, e le addizionali regionali e comunali“.
“Fatti tutti questi giusti prelievi – aggiunge – l’indennità di un deputato è di 4718 euro al mese. Che sono una buona indennità, ma non certo uno stipendio d’oro“. A parte che sorprende che tali parole provengano da un membro di quella ‘sinistra’ che dovrebbe essere dalla parte di chi fa fatica ad arrivare a fine mese. Ma poi bisognerebbe ricordare a Fassino che ci sono lavori molto più faticosi del suo, ad esempio l’operaio edile, per i quali si guadagna una percentuale minima di quella che lui definisce una ‘buona indennità’. Quindi, per citare l’Enrico Brignano di un monologo a Le Iene di qualche anno fa, caro Fassino ‘ma non ti fai un po’ schifo da solo?’.