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Stupro a Primavalle: indizi di DNA sull’intimo della sedicenne

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Stupro a Primavalle: indizi di DNA sull’intimo della sedicenne

Un nuovo capitolo si è aperto nella travagliata storia della sedicenne stuprata in ad una festa di capodanno a Primavalle. La ragazza sarebbe stata aggredita da più di quattro ragazzi a lei coetanei sotto effetto di droghe e alcol.

L’efferata vicenda, è stata raccontata da una cara amica della ragazza alle forze di polizia della Capitale, che hanno cominciato le indagini. Oltre ai cinque ragazzi grevemente indiziati ci sarebbe un altra figura rimasta per ora nell’ombra.

Un uomo di cui nessuno ha parlato fino ad ora, ne i sospetti ne la vittima ne la sua amica, che probabilmente è colluso nello stupro.

Questo è quanto rinvenuto dalla scientifica e riportato in tribunale dal tenente colonnello, a seguito delle indagini sul DNA degli slip della ragazza. L’affermazione è chiara e sintetica: il DNA rinvenuto ci da la conferma di un sesto aggressore.

Ripercorrendo la scena, possiamo ora comprendere meglio le terribili ore che la sedicenne è stata costretta a vivere da sola con quei sei molestatori. La ragazza avrebbe rifiutato il passaggio offerto dalla sua amica (la stessa che ha testimoniato) perchè non era del tutto sobria. Sembra chiaro che queste nuove tracce appartengano a  qualcuno arrivato nella villa dopo la mezzanotte.

L’idea più terrificate sarebbe proprio quella di qualcuno “chiamato a partecipare” all’aggressione, che quindi sia giunto lì appositamente.

Tornata all’interno della Villa, situata in una zona nascosta agli occhi indiscreti a Primavalle, sarebbe stata aggredita. A distanza di anni dall’avvenuto e soprattutto grazie alla coraggiosa testimonianza dell’amica, i responsabili di questo orrore potranno affrontare le conseguenze delle proprie azioni.

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

Immaginate se il gesto fatto da Romano Prodi, azione abbastanza ignobile, di tirare i capelli a una giornalista, la quale ha tutto il diritto di fare una domanda lecita, fosse accaduto a un esponente del centrodestra.

Immaginiamo se, al posto del “Mortadella”, presidente del consiglio che ci ha affossato con l’entrata nell’Euro, oltre alle svariate privatizzazione che hanno impoverito l’Italia, al suo posto ci fossero stati il presidente del Senato Ignazio La Russa, oppure quello della camera Lorenzo Fontana, o ancora Fabio Rampelli.

Cosa sarebbe accaduto, mediaticamente parlando, se qualche esponente della destra, avesse tirato i capelli a una giornalista? Facile e anche troppo scontato: tutti i giornali del mainstream vicini all’aria progressista, avrebbero fatto dei titoli e delle considerazioni molto più severe, appellandosi al maschilismo, all’urgente bisogno di sconfiggere il patriarcato, al fatto che la violenza fascista è sempre dietro l’angolo ecc…

La mancanza di rispetto per i giornalisti non ha colore, e invece tutto tace nelle redazioni della Repubblica e al TG3.

E allora ci viene da dire dove sta il giornalismo, dove sta la libertà? La verità è che ognuno tira l’acqua al suo mulino, omettendo spesso la verità fattuale.

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Ricatto dell’ex amante scambista che minaccia di inviare le foto nuda al marito

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Ricatto dell’ex amante scambista che minaccia di inviare le foto nuda al marito

Un presunto caso di ricatto ha coinvolto un’ex amante scambista, che avrebbe minacciato un uomo di inviare foto compromettenti alla moglie se non fossero stati pagati 5.000 euro. Secondo quanto riportato, ‘l’uomo ha ricevuto un messaggio dove si richiede il pagamento in cambio del silenzio’.

Le autorità sono state allertate e hanno avviato un’indagine per identificare la donna e valutare le azioni legali da intraprendere. L’episodio ha suscitato un dibattito sulle pratiche di ricatto e sulle misure di sicurezza necessarie per prevenire tali situazioni.

Il caso evidenzia l’importanza della consapevolezza e della sicurezza nella vita privata, specialmente in un contesto digitale dove le informazioni personali possono essere facilmente utilizzate contro di noi.

Fonte Verificata

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