Attualità
Stupro di Palermo: la finta disperazione dei 6 aggressori “è una tattica”

Pugno duro annunciato e, almeno per il momento, il pugno duro è stato usato dal Gip sui 6 aggressori dello Stupro di Palermo.
Tutto mentre il settimo, quello “minorenne”, pensando di essere in salvo ha ricominciato i post sui social. L’analisi delle chat ha dato una immagine più approfondita di ciò che veramente i ragazzi credono dell’accaduto.
“È stato uno spasso”- “Sopra di lei eravamo tutti”: sono solo alcuni dei messaggi scambiati poco prima dell’arresto, a qualche minuto dalla diffusione della notizia sui social nazionali. I ragazzi secondo il Gip non hanno nessun ravvedimento per ciò che hanno fatto. Hanno paura del carcere e delle botte che riceveranno dai detenuti.
Il commento di un amico di famiglia: “Anche se fosse solo rimasto in disparte a guardare, senza aiutare la ragazza, meriterebbe la galera. Mi fa schifo”. Secondo quest’ultimo a stare soffrendo le peggiori pene dell’inferno sono, oltre la malcapitata, i genitori degli aggressori distrutti sia dalle azioni dei loro figli che dalla loro reazione “tutt’altro che di costernazione” .
La difesa dei sette ragazzi coinvolti nello stupro di Palermo
I ragazzi le stanno tentando tutte per dare una versione “di gruppo” durante gli interrogatori con il giudice. Ma la polizia sta piano piano smontando tutto il loro gioco attraverso la ricostruzione della chat. Una prova su tutte è schiacciante: si trova nelle chat un amico dell’aggressore. L’unico forse a non aver chiesto il video dello stupro e ad avere assunto una posizione di forte critica nei confronti della vicenda
Il ragazzo avrebbe scritto: “Però è brutto così“, riferendosi allo stupro, al che uno degli aggressori (il minorenne) avrebbe cominciato a spiegare che invece in quel modo sarebbe stato “uno spasso“. Le indagini sullo Stupro di Palermo sono seguite attentamente dal team di “La Cronaca di Roma”, rimanete connessi.
Speriamo che certi episodi possano interrompersi per il bene di tutta la nostra società.
Attualità
Emanuela Orlandi critica l’elezione papale: Il nuovo Papa deve essere più coraggioso dei predecessori pavidi

CasoOrlandiRivelazioni Pietro Orlandi rompe il silenzio sul nuovo Papa: “Spero sia più coraggioso di chi lo ha preceduto” – Un mistero che sta facendo impazzire il web!
Nel cuore del caso irrisolto di Emanuela Orlandi, uno dei più enigmatici scomparsi della storia italiana, emerge una dichiarazione che accende i riflettori sul Vaticano. Pietro Orlandi, il fratello sempre in prima linea nella ricerca della verità, ha condiviso parole cariche di speranza e attesa, alimentando curiosità su cosa potrebbe riservare il futuro per questo enigma senza fine. Con l’elezione di un nuovo leader della Chiesa, gli appassionati di misteri si interrogano: sarà lui a portare finalmente alla luce segreti sepolti da decenni?
Le Parole di Pietro
Pietro Orlandi ha dichiarato: “Spero sia più coraggioso di chi lo ha preceduto”, mettendo in evidenza un desiderio di trasparenza che potrebbe scuotere le basi del Vaticano. Questa affermazione, carica di emozione, ha già scatenato dibattiti online, con migliaia di persone che si chiedono se il nuovo Papa sarà davvero l’alleato atteso.Un Giallo che Coinvolge Tutti
Mentre il mondo osserva con il fiato sospeso, le implicazioni di queste parole di Pietro Orlandi potrebbero aprire porte inaspettate. Esperti e seguaci del caso si riuniscono sui social per speculare su possibili rivelazioni, rendendo questa storia un vero e proprio fenomeno che non puoi perderti.
Attualità
Ilaria Sula, l’Università La Sapienza si schiera nel processo per omicidio di donna

Femminicidio a Roma: L’Università La Sapienza si schiera per la giustizia, rivelando un colpo di scena inaspettato! 🕵️♀️ #IlariaSula
In una mossa che sta accendendo i riflettori su una battaglia per i diritti delle vittime, l’Università di Roma La Sapienza ha deciso di costituirsi parte civile nel processo legato al tragico femminicidio di Ilaria Sula. Immaginate: un’istituzione accademica che entra in prima linea per chiedere giustizia, un gesto che potrebbe ispirare un’ondata di cambiamenti nella lotta contro la violenza di genere.
Lo sfondo della tragedia
La storia di Ilaria Sula ha catturato l’attenzione di migliaia di persone, con dettagli che emergono piano piano e lasciano tutti a chiedersi: cosa spinge un’università a prendere posizione in un caso così delicato? Si tratta di un femminicidio che ha scosso la capitale, e ora, con La Sapienza in campo, le implicazioni potrebbero essere più profonde di quanto sembri.L’impatto dell’azione legale
Mentre l’università avanza nel processo, voci interne rivelano un impegno sorprendente per supportare le vittime, suscitando curiosità su quali altre istituzioni potrebbero seguire l’esempio. È un passo che non solo cerca riparazione, ma potrebbe anche smascherare aspetti nascosti di questi drammi, facendoci porre la fatidica domanda: quanto ancora deve accadere prima che il cambiamento diventi realtà?
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