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Cronaca

Tivoli, abusi sessuali su 15enne: in manette insegnante di 64 anni

Tivoli, gli episodi sarebbero avvenuti all’interno di un istituto scolastico della città

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Tivoli, abusi sessuali su 15enne: in manette insegnante di 64 anni

Choc a Tivoli. Dove, secondo quanto riporta il FQ, una studentessa di 15 anni sarebbe stata vittima di abusi sessuali. Il responsabile sarebbe un insegnante di sostegno di 64. L’uomo si trova ora presso la propria abitazione, dove è stato confinato dalla Polizia di Stato di Tivoli – Guidonia.

Residente a Gallicano nel Lazio, secondo i pm sarebbe andato oltre il suo ruolo. La 15enne gli era stata infatti affidata a scopo di istruzione, educazione e vigilanza. Invece è stata da lui sottoposta in più occasioni ad abusi sessuali. Il tutto in un istituto scolastico della città che la vittima frequentava a partire dalle elementari.

L’uomo, scrive il gip, inizialmente si sarebbe guadagnato la fiducia della ragazza facendole complimenti sul suo aspetto fisico. Un comportamento che avrebbe lusingato la giovane, la quale avrebbe poi iniziato a riceverne altri relativi alla sfera sessuale. Non solo a parole, ma anche con azioni concrete, con l’ausilio anche di videochiamate.

A far scattare l’allarme sono stati i genitori, dopo aver notato alcuni comportamenti strani della figlia. Che ha loro rivelato la relazione con l’insegnante, spingendoli a sporgere una denuncia. Il giudice ha creduto al racconto della ragazza e ha disposto per il 64enne gli arresti domiciliari per evitare che possa reiterare il reato.

Cronaca

Ilaria Sula, tutte le bugie e le contraddizioni di Mark Samson durante l’interrogatorio

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Ilaria Sula, tutte le bugie e le contraddizioni di Mark Samson durante l’interrogatorio

Il ventitreenne Mark Samson ha confessato di aver ucciso Ilaria Sula e di aver nascosto il corpo in una valigia, ma la sua fredda e poco convincente versione dei fatti non è credibile. La madre del ragazzo è indagata per averlo aiutato a pulire. #MarkSamson #IlariaSula #Femminicidio


Il racconto di Mark Samson

“Ho controllato se Ilaria fosse viva, ma era morta, per terra. Le ho messo un sacco sulla testa fino al bacino, poi sono rimasto lì, immobilizzato e traumatizzato per quello che avevo fatto. Mi sentivo vuoto. Allora ho deciso di nasconderla dentro una valigia che ho trovato nella camera dei miei. Dopo, l’ho messa fuori dalla mia camera, dopo averla avvolta in altri due sacchi: uno sulla testa della valigia e l’altro sui piedi.”

È freddo, lucido e poco convincente il racconto che Mark Samson consegna al gip.

Il delitto di Ilaria Sula

Spiega ogni passaggio di ciò che, a suo dire, è accaduto alle 11 della mattina del 26 marzo scorso, quando il ventitreenne ha ucciso Ilaria Sula, per poi gettare il corpo della studentessa in un dirupo alle porte di Roma. "Le ho dato due coltellate da dietro, con il coltello che avevamo utilizzato per tagliare la mortadella. Ilaria non si è accorta di nulla, ha gridato poco", ha spiegato il ragazzo in occasione dell’interrogatorio. “È morta subito”, sostiene. L’indagato ha confessato tutto, o quasi. Ma la sua versione non convince i magistrati, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.

Le ferite trovate sulle braccia di Ilaria raccontano una verità diversa: la ventiduenne avrebbe cercato di difendersi. E sarà solo l’esito definitivo dell’autopsia a chiarire con precisione quando è stato commesso il femminicidio. Gli investigatori della squadra mobile, infatti, dubitano che l’omicidio sia avvenuto la mattina del 26 marzo.

La complicità della madre

Perché, anche se la madre del ragazzo lo ha aiutato a pulire (e per questo motivo è indagata per concorso in occultamento di cadavere), qualcosa nella ricostruzione temporale non torna. Analizzando il cellulare della vittima, che Mark avrebbe portato via con sé, il dispositivo abbandona l’abitazione di via Homs alle 10:36 del 26 marzo.

Prima, dunque, avrebbe preparato la colazione, per poi portarla in camera, discutere con la vittima, leggere i messaggi sul suo cellulare “per sei o sette minuti”, accoltellarla. E ancora, avrebbe nascosto il corpo in un trolley e lo avrebbe caricato in macchina senza che nessuno lo notasse, in un caotico martedì mattina a Roma. Un arco di tempo breve, nel quale avrebbe compiuto molte azioni complesse. Un’impresa difficile. Per questo la versione di Mark è al vaglio degli investigatori.

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Sapienza, occupato il tetto di Villa Mirafiori. No ai tagli, vogliamo la magistrale

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Sapienza, occupato il tetto di Villa Mirafiori. No ai tagli, vogliamo la magistrale

Gli universitari della Sapienza hanno occupato il tetto di Villa Mirafiori per protestare contro i tagli ai corsi di laurea magistrale. "Non ci tagliate il futuro. Vogliamo la magistrale" recita lo striscione. La colpa? Fondi Pnrr sprecati e politica di austerity. #Sapienza #Protesta #Università


Gli Studenti Scalano i Tetti

Gli universitari della Sapienza occupano il tetto della sede di Villa Mirafiori. «Non ci tagliate il futuro. Vogliamo la magistrale», si legge sullo striscione che scende giù dalla facoltà di Filosofia del primo ateneo romano, che si trova nell’edificio al Nomentano.

Il motivo? «Qui da settimane – spiegano gli universitari di Cambiare Rotta – gli studenti si organizzano e sono scesi in piazza nel grande sciopero del 4 aprile, contro i tagli in corso all’università e il futuro di precarietà che ci viene riservato.

In particolare le lauree magistrali dei corsi di Filosofia e intelligenza artificiale e di Scienze matematiche per l’intelligenza rischiano di non essere avviate, lasciando gli studenti che hanno frequentato tre anni di triennale senza una prospettiva per il futuro».

Fondi Sprechi e Tagli all’Università

Ma qual è la ragione? «È per colpa dell’esaurimento dei fondi Pnrr, finiti in sprechi e regali a università, aziende e studentati privati, e usati per finanziare corsi che ora saranno interrotti senza soluzioni per chi ha scelto di frequentarli. Ma è anche a causa di una politica di tagli all’università che abbiamo contestato alla Ministra Bernini, e che la rettrice Sapienza Antonella Polimeni si appresta ad eseguire alla Sapienza».

Gli studenti non si fermano qui. Chiedono un incontro alla rettrice Polimeni per dopodomani, 16 aprile, perché «I soldi ci sono – aggiungono quelli di Cambiare Rotta – vengono spesi in progetti come il Technopole, progetti in collaborazione con le industrie militari; vengono spesi, in tutta l’Unione Europea, per il riarmo invece che per la formazione e per il nostro futuro! Mercoledì saremo al rettorato per contestare la responsabilità della rettrice, a cui abbiamo già inviato una lettera per chiedere un incontro immediato».

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