Cronaca
Immigrazione: le nuove mosse di Giorgia Meloni contro i migranti violenti
Nel CdM di ieri ha avuto un importanza notevole l’argomento dell’immigrazione sulle coste Italiane, mentre aspetta le direttive da Bruxelles, Giorgia Meloni fa tutto ciò che gli è concesso dai soli strumenti nazionali.
Come in Francia e la Germania le nuove manovre non sono destinate all’accoglienza, ma al rimpatrio e confermano un trend di chiusura che si viene solidificando ancor di più dal no della Tunisia agli accordi bilaterali. La Tunisia chiede prima 150 milioni di euro e non è disposta ad aspettare i tempi dell’UE.
Sale a diciotto mesi il tempo massimo di trattenimento per i migranti ritenuti “pericolosi” e si da il via alla costruzione di strutture dove mettere in migranti in attesa del rimpatrio. Mentre attendono il rimpatrio quindi dovranno essere chiusi in dormitori appositi, senza contatti con l’esterno.
Giorgia Meloni ha i suoi nodi da sciogliere
Il nodo da sciogliere è CHI sarà responsabile dell’etichettamento dei migranti “pericolosi” e CHI sarà responsabile della firma delle carte per il rimpatrio. Pochissimi sono infatti i migranti che sono stati rispediti sulle coste del Magreb, appena 3000 quest’anno.
Intanto la Schlein rema completamente controcorrente: le sue iniziative si scostano completamente da quelle di Giorgia Meloni, non si fa riferimento a rimpatri o migranti “pericolosi”, ma alla possibilità di accogliere la massa di migranti senza distinzioni.
Un altro fronte invece si è aperto a Pontida: il primo partito per voti di Francia e l’ultimo per voti al governo in Italia si sono stretti sotto il benestare di Le Pen e Salvini in una maglia anti-immigrazione. Questa unione più che all’opposizione darà filo da torcere al nostro Presidente del Consiglio.
Il fronte di destra è martoriato dai continui cambi do fronte, da quando il governo è al potere ancora non ci è stata data una direzione univoca sull’immigrazione, ma questo non è avvenuto, va detto per correttezza, nemmeno dall’opposizione.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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