Attualità
Matteo Messina Denaro :muore all’età di 61 anni l’ultimo stragista
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La Cronaca di Roma- “Se ci fossero dei segreti, me li porterò nella tomba”, così si chiude l’ultimo capitolo della vicenda Messina Denaro, boss latitante di Cosa Nostra arrestato definitivamente lo scorso gennaio.
La notizia delle ultime ore sta facendo il giro delle testate giornalistiche di tutto il mondo, Spagna, Argentina e Francia titolano: “morto l’ultimo grande boss di Cosa Nostra”. Il giovane rampollo diventato Boss ora fa notizia in tutto il mondo.
Ha pianto solamente raccontando della morte del padre, racconta chi ha passato la vita accanto a lui, è ricordato come un uomo freddissimo davanti alla morte, brutale e deciso nei suoi intenti.
Che le sue condizioni di salute fossero veramente gravi non è mai stato un segreto, un tumore al colon lo ha fatto morire al sesto mese di reclusione nel regime di 41 Bis del carcere dell’Aquila.
Il boss è morto in pace sia con se stesso che con le persone che aveva accanto, da uomo fortemente religioso ha chiarito che “solo Dio lo può giudicare per i reati che ha commesso”.
Matteo Messina Denaro non aveva ereditato solamente la fede da suo padre, anche il metodo mafioso di sterminio o sottomissione dei propri rivali che gli tornarono molto utili quando, da piccolo boss ereditario nel Trapanese riuscì ad espandersi nel mondo
Alcuni dei grandi misteri della parabola accendente del boss rimarranno celati nell’ombra, dalla morte di suo padre Franceso Messina Denaro alla sua ascesa a boss di una delle organizzazioni più pericolose del nostro tempo: Cosa Nostra.
La Cronaca di Roma
Attualità
Inizia il processo per l’avvocato accusato di aver rubato mezzo milione di euro a Paolo Calissano
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È iniziato il processo relativo alla morte di Paolo Calissano, l’attore genovese deceduto a Roma il 29 dicembre 2021. A essere imputato è l’avvocato Matteo Minna, storico amministratore di sostegno di Calissano, accusato di peculato, circonvenzione di incapace e falso. L’accusa sostiene che Minna abbia sottratto alla vittima circa mezzo milione di euro approfittando della sua vulnerabilità. Il fratello di Calissano, Roberto, ha sporto denuncia dopo aver notato anomalie nei conti e nei bonifici dell’attore.
Il ruolo dell’avvocato Minna
Il fratello di Paolo Calissano ha descritto la situazione come un “duplice dolore, perché ci fidavamo di lui”. Minna e Calissano si conoscevano da tredici anni, durante i quali l’avvocato ha gestito le finanze dell’attore. Dall’inizio del procedimento, Minna si trova agli arresti domiciliari e sono emerse circa 143 operazioni irregolari effettuate nell’arco di tredici anni. Nell’ultimo periodo della sua vita, Paolo Calissano era in uno stato di fragilità, afflitto da depressione e debiti.
Altre presunte vittime e sequestro di beni
Oltre a Calissano, Minna sarebbe accusato di aver ingannato altre persone, sottraendo denaro in modo “spregiudicato”. Per queste motivazioni, è stato disposto un sequestro di beni per un valore di 800mila euro nei suoi confronti.
Attualità
Perizia sui telefonini di Camilla Sanvoisin: la verità negli ultimi messaggi con il fidanzato riguardo alla sua morte
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La Procura della Repubblica di Roma ha avviato una perizia sugli smartphone di Camilla Sanvoisin e del fidanzato Giacomo Celluprica, nella speranza di ottenere informazioni rilevanti sui messaggi scambiati, per ricostruire le ultime ore di vita della giovane, trovata morta nella sua abitazione il mattino di venerdì 13 febbraio. Gli esiti della perizia sono attesi entro un mese, mentre l’indagine prosegue per stabilire le cause della morte, che è attualmente considerata come conseguenza di un altro reato.
Dettagli sulla sera della morte
Il fidanzato di Camilla ha riferito agli inquirenti che entrambi avrebbero assunto eroina la sera prima del tragico evento. Ha raccontato di essersi addormentato dopo aver consumato la sostanza e di essersi svegliato senza rendersi conto che Camilla non respirava più, portandolo a contattare i soccorsi. Nella loro abitazione è stato trovato del metadone.
Testimonianze e sviluppi delle indagini
La proprietaria del consorzio in cui viveva la coppia ha dichiarato che una collaboratrice domestica avrebbe notato che Camilla stava male già nel pomeriggio, prima dell’assunzione della sostanza. Inoltre, grazie ai tabulati telefonici, è stato rintracciato un presunto spacciatore che avrebbe venduto droga al fidanzato, risiedente a Tor Bella Monaca. Le indagini continueranno con gli esami istologici e tossicologici sulla salma di Camilla, per individuare con precisione le cause dell’arresto cardiaco che ha portato alla sua morte.
Senza segni di violenza
I primi accertamenti non hanno rivelato segni di violenza né fori da iniezione. Tra le ipotesi formulate, si sospetta che l’eroina potesse essere stata contaminata con benzodiazepine o fentanyl. Le indagini sono ancora in corso e restano in attesa dei risultati degli esami.
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