Orsa Amarena uccisa, Roberto Saviano non ha dubbi su chi sia il responsabile. E’ lo stesso scrittore a svelarlo in un lungo post sul suo profilo Instagram.
Riporta la giustificazione dell’uomo autore della fucilata fatale (“Ho avuto paura perché è entrata nella mia proprietà“). Poi parte con gli interrogativi: “Perché uccidere un’orsa che da anni si aggira per Sebastiano dei Marsi senza aver mai aggredito ma anzi divenendo con i suoi cuccioli parte della vita quotidiana del paese?”.
“Perché – aggiunge – non entrare in casa e chiamare i soccorsi? Perché sparare?”. E infine si dà una risposta: “Forse perché siamo stati tutti sottoposti alla propaganda su quanto legittima sia la legittima difesa? Forse perché per settimane abbiamo dibattuto sulla condanna a morte, in Trentino, di un orso che poi si è scoperto essere incolpevole?“.
ORSA AMARENA UCCISA: “GIUSTIZIA FAI DA TE ATTO GROTTESCO”
Lo scrittore si scaglia quindi contro la ‘giustizia fai da te’: “Quando colpisce il mondo degli animali, non è più solo ascrivibile al perimetro della colpa, ma diventa un atto grottesco“. “L’assassino – prosegue – ha considerato la sua proprietà come limite invalicabile e luogo in cui poter imporre la propria legge“.
Un atteggiamento, sottolinea Saviano, non diverso da quello di chi “diceva ‘la difesa è sempre legittima‘”. L’uomo, a suo avviso, si sarebbe comportato in base a ciò che “da anni viene orrendamente proclamato da più parti. Armati, spara, difenditi“. Secondo cioè un “istinto” per cui “entri nella mia proprietà, sparo” e che quindi rende “uomini e animali bersagli da abbattere“.
Tutto ciò, conclude lo scrittore, è stato perpetrato ai danni della povera Amarena. Che, ribadisce, “non ha aggredito. Non cercava altro che cibo e acqua per sè e i cuccioli“. Come animale, essa “non conosce nè riconosce proprietà, ma rispetta i territori“, anche quando cerca cibo. Sfortunatamente, “si è fidata dell’essere vivente più crudele del pianeta, l’uomo“.