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Italia

Bollette gas, nuovo salasso in vista: gli aumenti (choc) a ottobre e sull’anno

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Bollette gas, nuovo salasso in vista: gli aumenti (choc) a ottobre e sull’anno

Bollette gas, non si arrestano gli aumenti a carico di famiglie e imprese. A confermarlo ‘Facile.it’, che ha stimato che in questo mese di ottobre una famiglia inserita nel mercato tutelato potrebbe ritrovarsi a pagare il 9% in più rispetto a settembre. Se il trend dovesse restare questo, e al contempo i consumi rimanere stabili, la bolletta, per 1400 smc, aumenterebbe in media sull’anno di circa 120 euro.

A pesare sono soprattutto le tensioni internazionali, che, spiegano gli esperti del portale, “incidono sul prezzo delle materie prime“. A esse si unisce l’arrivo della stagione, che “potrebbe portare con sè un fisiologico aumento dei prezzi legato all’incremento dei consumi“. Ma porre rimedio a tutto questo si può: “E’ il momento giusto per verificare la propria fornitura e valutare se sul mercato libero ci siano offerte più convenienti“.

Le previsioni sull’andamento del Psv (l’indice con cui in Italia si calcola il prezzo del gas sul mercato tutelato) non danno buone notizie. Il valore è dato infatti in aumento, tra novembre e dicembre, rispettivamente del 15% e del 6%. Ciò significa che, a parità di consumi, una famiglia media italiana spenderà 130 euro nel penultimo mese dell’anno e 136 euro nell’ultimo.

Il che porterebbe la cifra tolta dalle tasche, in tutto il 2023, a quota 1330 euro. Meno dei 1700 che i maxi rincari sull’energia causarono lo scorso anno, ma circa il 25% in più rispetto al 2019. Prima della pandemia e delle guerre in Ucraina e Israele, una famiglia nel mercato tutelato sborsava infatti ‘appena’ 1070 euro.

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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