Ideologia gender negli asili nido di Roma, scoppia la polemica politica

Ideologia gender negli asili nido. L’ultimo via libera alle istanze del mondo Lgbt arriva dall’Amministrazione di Roma Capitale guidata da Roberto Gualtieri. Nel mirino è finito infatti il documento relativo al Piano di Aggiornamento, per il triennio 2023-2026, per il nido e la scuola dell’infanzia. A far discutere è soprattutto l’obiettivo, “contrastare le disuguaglianze e creare opportunità per tutte e tutti“. Parole che non sono piaciute, tra gli altri, al gruppo della Lega in Consiglio Comunale.

Dopo la premessa, dedicata all’importanza di educatrici e insegnanti nella crescita dei più piccoli, la questione entra nel vivo. In particolare, quando si parla di quanto illustrato in alcuni seminari a maggio. In primis, “de-costruzione degli stereotipi di genere“, e poi rappresentazioni volte a far sì che i bambini leggano “in modo aperto e immediato a prescindere dalle pluralità di qualsiasi tipo“. Immagini e parole narrate insomma, realizzate allo scopo di “costruire identità libere e serene“. Lo dimostrano, ad esempio, i modelli familiari proposti, con ruoli diversi nelle attività quotidiane, nelle professioni e nella società.

In questo modo, si legge, i bambini sono aiutati “a orientarsi in uno spazio vivo e in continuo divenire“. In parole povere, tutto è fluido e scorre, senza steccati che possano contenerlo. Passando poi al capitolo formazione del personale educativo e scolastico, la regola è scegliere ogni anno un tema oggetto dei seminari di maggio-giugno. Ciò ad eccezione di quelli dedicati agli stereotipi di genere e all’inclusione, che sono obbligatori. Contro tali direttive si è schierata in particolare la Lega, che le ha definite ‘inaccettabili’. “Non si può fare politica sulla pelle dei bambini. La formazione va focalizzata su altri temi come la disabilità“, la bordata di Flavia Cerquoni, dirigente del Carroccio romano.