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Roma, operatori dell’Ama inguattati dentro le case popolari. Mezzo rotto oppure altro?

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Roma, operatori dell’Ama inguattati dentro le case popolari. Mezzo rotto oppure altro?

Quanto può durare una pausa nel servizio pubblico? Sembra più di 45 minuti. Almeno per gli operatori dell’Ama che in questo momento sono in servizio nel VI Municipio di Roma.

Segnalati da alcuni residenti delle case popolari di via della Tenuta di Torrenova, il furgoncino dell’Ama, con a bordo due operatori ecologici, è fermo dalle ore quattordici dentro il parcheggio privato delle case popolari che si trovano all’incrocio con via di Tor Vergata.

Mentre siamo scrivendo, proprio in questo momento (sono le 14 e 47), gli operatori sono scesi per svuotare i secchi della raccolta differenziata. Noi vogliamo sperare che il furgone aveva qualche problema di malfunzionamento, perché i cittadini che ci hanno segnalato l’anomalia erano scettici al riguardo di questa ipotesi.

Ama è una ditta che fa acqua da tutte le parti e non c’è pace per l’azienda romana (leggi qui). Purtroppo però, come dice anche il detto popolare “A pensar male si fa peccato, però spesso ci si azzecca”, sono troppi i casi di abusi nel servizio pubblico nella nostra città. D’altronde se l’Ama ha gli ispettori che girano per controllare se i propri dipendenti facciano il loro dovere, un motivo ci sarà. Sperando che non sia questo il caso, auguriamo agli operatori Ama un buon lavoro.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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