Attualità
Studenti ad Auschwitz: imparare dalla memoria per contrastare il male, l’iniziativa del Campidoglio
Studenti ad Auschwitz: imparare dalla memoria per contrastare il male
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Un gruppo di studenti romani visiterà il campo di sterminio di Auschwitz come parte del Viaggio della Memoria organizzato dal Campidoglio. Questa visita intende mantenere viva la memoria dello sterminio degli ebrei durante l’Olocausto e trarre insegnamenti per contrastare il male nella società odierna.
Antonella Di Castro, vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma, ha espresso il suo dolore e la sua preoccupazione per il fatto che la persecuzione degli ebrei è ancora una realtà oggi. Ha sottolineato l’importanza di alzare la voce in solidarietà con Israele e difendere il diritto fondamentale alla sopravvivenza di tutti gli ebrei.
Miguel Gotor, assessore alla Cultura e Delegato alla Memoria di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza di ricordare, ascoltare, conoscere e ragionare per utilizzare la memoria come strumento per combattere l’intolleranza, l’antisemitismo e le barbarie che ancora minacciano la società.
L’ambasciatore italiano in Polonia, Luca Franchetti, ha richiamato l’attenzione sul momento drammatico in cui si svolge questo Viaggio della Memoria, a causa dei recenti attacchi di Hamas in Israele. Ha sottolineato che la lotta contro l’antisemitismo riguarda non solo il popolo ebraico, ma tutta l’umanità, e ha sottolineato l’importanza di tenere vive la ragione e la memoria per evitare il ripetersi di tali atrocità.
Questo viaggio della memoria è un importante strumento per educare le nuove generazioni sulle conseguenze nefaste dell’intolleranza e dell’odio, e per promuovere la solidarietà e il rispetto reciproco tra le diverse comunità. È fondamentale che la memoria dell’Olocausto sia preservata e tramandata, affinché la storia non si ripeta e la società possa crescere in un clima di pace e uguaglianza.
Attualità
Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.
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Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
Attualità
Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl
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Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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