Italia
Vigile timbra cartellino in mutande, reintegrato e risarcito
Vigile timbrava il cartellino in mutande. La vicenda risale al 2015: furono le telecamere della Guardia di Finanza a immortalare la condotta dell’uomo, in servizio a Sanremo. Per il quale oggi è arrivata l’assoluzione da parte dei giudici. Che, oltre a restituirgli il suo posto di lavoro, gli hanno concesso anche un risarcimento.
Il suo nome all’epoca fece praticamente il giro dei media nazionali. Per lui scattarono le manette, gli arresti domiciliari e poi il processo, dove fu chiamato a rispondere di falso e truffa. Contro la sentenza però presentò ricorso, che quest’oggi il Tribunale ha accolto, dandogli quindi ragione.
L’uomo fu licenziato nel gennaio 2016, per decisione dell’ufficio procedimenti disciplinari. Si ritrovò cosi privato dello stipendio con cui manteneva la famiglia. Ma non ha mollato nemmeno di fronte al ‘no’ del Tribunale di Imperia al suo primo ricorso. Adesso quindi riceverà tutte le mensilità arretrate, chiudendo di fatto un incubo lungo 8 anni.
Circa 250mila euro la cifra che gli è stata accordata dal giudice. Che ha evidenziato come il vigile non abbia attuato nessuna truffa, anzi avrebbe iniziato il suo turno in anticipo di 30 minuti. “A processo – ha spiegato al Corriere della Sera – ho dimostrato che non mi erano state conteggiate 120 ore di straordinari e che l’aver timbrato in abiti succinti non era illecito, ma aveva una sua spiegazione logica“.
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