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Cronaca

Beniamino Zuncheddu con noi. “Liberante” dopo 32 anni

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Beniamino Zuncheddu con noi. “Liberante” dopo 32 anni

Dopo 32 anni di detenzione, Beniamino Zuncheddu ha finalmente ottenuto la sua libertà. La Corte d’Appello ha concesso la sua temporanea liberazione ponendo in discussione il ruolo del testimone chiave nei suoi processi. Con la possibilità di una revisione del processo, si aprono nuovi scenari e la speranza di riabilitare la sua innocenza.

Cronaca – Con il recente ripensamento della Corte d’Appello, si sta riaprendo tutto il caso del massacro di Sinnai del 1991, in cui Zuncheddu era stato condannato per triplice omicidio. L’interferenza da parte del dirigente di polizia Mario Uda sul supertestimone Luigi Pinna ha sollevato importanti dubbi sul verdetto originario.

Il nuovo sviluppo è stato possibile grazie alla testimonianza di Pinna, che ha rivelato le pressioni subite da Uda, indicando il coinvolgimento del dirigente nella manipolazione delle prove. Questa nuova prospettiva riapre la possibilità di esaminare più approfonditamente l’indagine e di trovare la verità dietro quei tragici eventi. Lavorando insieme al suo avvocato, Zuncheddu sta tentando la via della revisione processuale per vedere confermata la sua innocenza. La Procura generale di Cagliari ha già sposato la tesi dell’innocenza di Zuncheddu, mentre la Corte d’Appello di Roma ha fissato udienze per riesaminare i testimoni dei fatti.

Anche se la situazione è in continua evoluzione e molte domande sono ancora senza risposta, l’importante è che Zuncheddu possa finalmente vedere giustizia e ristabilire la sua reputazione. Mentre attende l’esito delle udienze, Zuncheddu è stato temporaneamente liberato, riunendosi con la sua famiglia e pronta ad affrontare la discussione davanti ai giudici della Corte d’Appello fissata per il 19 dicembre.

Avendo trascorso così tanto tempo ingiustamente dietro le sbarre, questa libertà temporanea è una luce di speranza per Zuncheddu. Spera che finalmente possa essere dimostrata la sua innocenza e che il suo nome possa essere riabilitato in modo definitivo dopo tanti anni di sofferenza.

Fonte: Corriere della Sera

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Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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