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Casapound, il giudice: “In via Napoleone III nessuna emergenza abitativa”

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Casapound, il giudice: “In via Napoleone III nessuna emergenza abitativa”

CasaPound: condannati per occupazione abusiva, il giudice sostiene “possono permettersi un’abitazione”

La sentenza che ha portato alla condanna di 10 militanti di CasaPound include motivazioni sorprendenti. Secondo il giudice, riporta Fanpage, all’interno del palazzo di via Napoleone III non ci sarebbero situazioni di emergenza abitativa, sostenendo che gli occupanti e residenti avrebbero potuto permettersi una casa.

È il 17 dicembre del 2003 quando un gruppo di militanti di estrema destra occupa un palazzo sfitto di via Napoleone III, tra la Stazione Termini e Piazza Vittorio. Da “centro sociale di destra” e “occupazione non conforme”, CasaPound negli anni successivi cresce affermandosi come il più importante movimento politico di estrema destra in Italia.

Negli ultimi anni, il tema dello sgombero di via Napoleone III non fa dormire sonni tranquilli agli occupanti. La sentenza del giudice chiede la restituzione dell’immobile all’interesse generale e ha portato alla condanna di 10 militanti dell’associazione.

La sentenza fa anche i conti del danno erariale che l’occupazione avrebbe provocato, citando il precluso percepimento di indennità che l’Agenzia del Demanio come proprietaria avrebbe potuto richiedere attraverso la definizione di canoni di locazione, con un ammontare stimato di 4 milioni 656 mila 952 euro.

Se i dirigenti pubblici sono stati sollevati dalle accuse di responsabilità per gli ammanchi nelle casse dello stato, il processo penale nei confronti degli occupanti rimane in piedi, mentre CasaPound si trova sempre nella lista degli sgomberi della prefettura.

Nonostante ciò, il tema della liberazione dell’immobile in modo coatto o tramite una trattativa con gli occupanti non sembra essere attualmente all’ordine del giorno.

 

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