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Cronaca

La Roma povera: il 42.5% dei Romani sotto la soglia di povertà

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La Roma povera: il 42.5% dei Romani sotto la soglia di povertà

Un dato allarmante quello lanciato dalla Caritas che getta luce su un lato di Roma sempre poco illuminato, per paura che questo possa ridimensionare l’immagine che ci facciamo della Capitale d’Italia.

Ma i numeri restano inequivocabili: secondo un recentissimo dato della Caritas risalente a questa settimana il 42% dei Romani (equivalente a quasi 800.000 cittadini) non arriva a prendere a fine anno 15.000 euro di busta paga.

Questo 42% non vive in centro, questo 42% non compra anche durante i saldi e si accalca ai mercatini dell’usato per vestire se stesso e i propri figli. La colpa, oltre che alla evidente pressione fiscale che ci stritola e ci massacra da inizio anno, va agli stipendi medi bassissimi in alcune categorie di lavoro.

Anche la natura dei contratti è maledetta: un buona paga può durare qualche mese, ma l’incertezza del lavoro costringe anche laureati e professionisti sempre più sulla soglia del baratro. Quelli che rientrano tra questi nel 42% non hanno nemmeno aiuti familiari.

Questi cittadini sono a sempre più a largo nell’oceano di Roma: spinti dalle correnti verso i quartieri popolari più lontani, meno collegati e con un terribile ambiente di vita per famiglie e figli piccoli.

Abbandonati “all’universo del discount” la loro esistenza è completamente oscurata da quella del resto del 58% dei Romani, molto più luminosa e sgargiante. Tra i 15.000 e i 35.000 comunque si trova l’altro 37% della popolazione, e solo il 18% può vantarsi di dichiarare tra i 35.000 e i 100.000.

Questo vetro che separa metà Roma dall’altra rappresenta il grande divario di accessi alla sanità privata, di possibilità economiche, la possibilità di frequentare l’università e tanto altro .

Le persone che dichiarano più di 100.000 sono solo il 2.5% della popolazione, tra le 50 e le 60 mila persone che abitano il centro e le case più rinomate in periferia.

 

Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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