La recente mozione presentata dal consigliere della Lega, Orlando Tripodi, sta generando scontri accesi in Regione.
La proposta impegna il presidente del consiglio e la giunta a effettuare un censimento dei luoghi di culto provvisori nel Lazio, istituendo un registro regionale in collaborazione con le Prefetture.
L’obiettivo dichiarato è garantire un’efficace azione di tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza, citando gli articoli della Costituzione che tutelano la libertà di professione di tutte le confessioni religiose.
Tuttavia, la mozione fa emergere tensioni, in particolare dopo l’attacco a Gaza dello scorso ottobre. Associare la religione mussulmana al terrorismo islamico o agli attentati a Gaza è estremamente riduttivo e una prova di ignoranza del Consigliere Tripodi nella questione
Tripodi sottolinea che alcuni imam, nei loro sermoni, hanno difeso il diritto del popolo palestinese alla difesa della propria terra. Si evidenzia anche la presenza di moschee “invisibili” a Roma e nel Lazio, spesso situate in appartamenti, scantinati, autorimesse e garage, generando criticità nella convivenza urbana, sicurezza e ordine pubblico.
Il consigliere della Lega, facendo riferimento a fonti di intelligence, solleva preoccupazioni riguardo al possibile finanziamento di queste sale di preghiera da parte di gruppi fondamentalisti, suggerendo la possibilità di attività di proselitismo ed esaltazione del movimento estremista islamico.
La reazione del Partito Democratico non si è fatta attendere. La consigliera Eleonora Mattia bolla la mozione come “razzista e discriminatoria”, definendola una strumentalizzazione del conflitto a Gaza per alimentare odio e paura. La giunta Rocca si dissocia dall’iniziativa, mentre Mattia contesta la necessità della proposta, sottolineando che le forze dell’ordine già dispongono di strumenti normativi per svolgere controlli mirati.