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Cronaca

Roma: caccia ai Cubani, 10 gli arresti per scippo sulle metro A e B

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Roma: caccia ai Cubani, 10 gli arresti per scippo sulle metro A e B

Cronaca: Scatta l’operazione dei Carabinieri della Capitale per fermare l’ondata dilagante di furti da parte dei borseggiatori in Metro. Roma ha subito l’attacco da parte di questi individui e ora reagisce con forza.

Metro A, Termini, sono due i Cubani di 25 e 40 anni arrestati mentre rubavano un cellulare ad una donna proveniente dal Turkmenistan. Mentre alla Fermata di Spagna sono stati arrestati altri dueea borseggiatori, questa volta di origine Rumena, intenti a scippare portafogli.

La prassi dei Carabinieri è la stessa, si fingono turisti in borghese e assistono silentemente alle mosse dello scippatore, quando il malcapitato mette le mani nelle tasche di una vittima viene assaltato, ammanettato e portato in centrale, tra gli scherni e gli insulti dei passaggieri.

Un altro Rumeno e un altro Cubano sono stati pizzicati rispettivamente alla stazione Libia della Metro B e a quella Manzoni della Metro A. Trovati tutti e due con le mani nella marmellata sono stati arrestati e denunciati per furto.

Cronaca: Alla stazione Tuscolana è il turno di un Cubano e un Peruviano, stavolta toglievano con la forza lo zaino ad una donna Peruviana in visita nella capitale. Lo scippo è stato visto direttamente dagli agenti che sono repentinamente intervenuti sul posto.

Sempre Sudamericani anche alla fermata Piazza Vittorio della Metro A, dove un Cileno e un Cubano si spalleggiavano per sottrarre quanti più portafogli riuscivano ai passeggeri inermi bloccati nella calca, Sono stati trovati in possesso di diversi portafogli e qualche centinaio di euro sottratti da essi.

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Cronaca

Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

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Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.

Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.

Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.

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Cronaca

Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

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Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.

Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.

Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.

Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?

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