Politica
Scherzo a Meloni, telefonata fake di due comici: le parole della premier
Scherzo a Meloni. La premier sarebbe caduta nella rete di due comici russi, i cui nomi d’arte sono Vovan e Lexus. I tre sarebbero stati protagonisti di un finto colloquio telefonico, nel corso del quale uno dei comici addirittura avrebbe finto di essere un politico africano. L’audio della telefonata è stato postato su una piattaforma canadese, da dove poi l’agenzia russa Ria Novosti l’ha ripreso.
Agli intrelocutori la Presidente del Consiglio avrebbe rivelato, a proposito della guerra in Ucraina, che “c’è molta stanchezza da entrambe le parti” e che “è vicino il momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita“. Quest’ultima rappresenterebbe però per la premier il problema: “Bisogna trovarne una accettabile per entrambe le parti senza distruggere le leggi internazionali“.
Proprio lei sarebbe impegnata in quest’arduo compito: “Ho alcune idee su come gestire questa situazione. Aspetto il momento giusto per metterle sul tavolo“. Sulla controffensiva dell’Ucraina, poi, aggiunge: “Non sta andando come ci si aspettava. Non ha cambiato il destino del conflitto. Tutti capiscono che potrebbe durare molti anni se non si trova una soluzione. Gli ucraini stanno facendo quello che devono e che è giusto fare. E noi cerchiamo di aiutarli“.
Immediata la reazione di Palazzo Chigi, che parla di ‘trappola’ e si rammarica per essere stato tratto in inganno. L’episodio, si legge in una nota, è avvenuto lo scorso 18 settembre. I due comici hanno provato a far dire frasi scomode alla premier, che però ha ribadito le posizioni del Governo relative all’appoggio all’Ucraina e sul contrasto all’immigrazione illegale.
Tra le opposizioni, invece, Renzi mette in risalto la “figuraccia per Meloni e l’Italia“, causata da un “livello di superficialità devastante“. Mentre dal M5S Conte sottolinea come dalla telefonata siano “emersi fatti molto gravi, verità mai raccontate agli italiani“. Cose, aggiunge, che “noi dicevamo fin dall’inizio e ci accusavano di essere vigliacchi e filorussi“. Accusa la premier di “codardia” e conclude sui protocolli di sicurezza di Palazzo Chigi, che “possono essere aggirati e penetrati in maniera così plateale“.
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