La consulente della Procura, Cristina Cattaneo dell’Università di medicina legale di Milano, ha dichiarato che la morte di Serena Mollicone non è stata immediata e che la sua agonia è durata da una a dieci ore, quindi poteva essere salvata. Questa testimonianza è avvenuta nell’ambito del processo di appello per l’omicidio della ragazza di Arce, centro in provincia di Frosinone, avvenuto nel giugno del 2001. Gli imputati, tutti assolti in primo grado, vanno dalle accuse di omicidio al favoreggiamento e includono Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio Marco e la moglie Anna Maria, nonché i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, quest’ultimo anche per l’istigazione al suicidio di Santino Tuzi.
Secondo la consulente, Serena è deceduta tra le 13.30 e le 20 del primo giugno di 22 anni fa, dopo aver subito un trauma cranico senza sanguinamento, che ha causato la morte per asfissia. È stata anche confermata la compatibilità del cranio della ragazza con il buco trovato nella porta della foresteria della caserma dei carabinieri di Arce.
Questa testimonianza è avvenuta nell’ambito del processo di appello in corso davanti ai giudici della corte d’Assise d’Appello di Roma.