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Violenza di Genere: Analisi dei Dati Globali e Europei

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Violenza di Genere: Analisi dei Dati Globali e Europei

Una Panoramica per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

Violenza di Genere, i Dati Ufficiali

La violenza di genere è una problematica globale e, seppure il femminicidio sia un “problema universale”, l’Europa emerge come il continente con i tassi più bassi in confronto agli altri. Basti pensare che in Africa i femminicidi sono superiori del 300% rispetto a quelli commessi in Europa. Il sito delle [Nazioni Unite](https://unric.org/it/cinque-fatti-essenziali-da-sapere-sul-femminicidio/#:~:text=I%20dati%20disponibili%2C%20aggiustati%20per,e%200%2C6%20in%20Europa) conferma che “il femminicidio è un problema che riguarda tutti i Paesi e i territori del mondo”.

Secondo un rapporto del 2022, l’Africa ha registrato il maggior numero assoluto di omicidi femminili legati a partner o familiari, con una stima di 20.000 vittime, seguita da 18.400 in Asia, 7.900 nelle Americhe, 2.300 in Europa e 200 in Oceania.

I dati aggiustati per le dimensioni della popolazione totale evidenziano che nel 2022, 2,8 donne e ragazze ogni 100.000 sono state uccise da un partner intimo o da un familiare in Africa. Questa cifra scende a 1,5 nelle Americhe, 1,1 in Oceania, 0,8 in Asia e 0,6 in Europa.

Violenza di Genere in Europa: La Situazione Italiana

L’Italia presenta dati di femminicidio e violenza di genere ben al di sotto della media europea. Secondo i dati di [openpolis](https://www.openpolis.it/resta-alto-il-numero-di-femminicidi-in-italia-e-in-europa/), l’Italia è uno dei paesi con una media di omicidi significativamente più bassa rispetto alla media europea, con 0,32 casi ogni 100.000 donne.

Il movimento di estrema sinistra “Non una di meno” non sempre sembra dare adeguata importanza a tutti i delitti di femminicidio. Ad esempio, i casi di Desirée Mariottini e [Pamela Mastropietro](https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/pamela-mastropietro-1.3763132), spesso vittime di violenze maschili, non sono stati al centro di manifestazioni. La lotta al patriarcato sembra essere focalizzata su questioni selezionate, mentre altre vengono trascurate.

Conclusioni

In conclusione, sebbene l’Europa abbia i dati più bassi in termini di femminicidi mondiali, il fenomeno della violenza di genere rimane una questione globale che necessita di azioni concertate da parte di tutte le nazioni. In Italia, i dati sono tra i più bassi in Europa, ma è essenziale continuare a vigilare e a lottare contro ogni forma di violenza sulle donne.

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Cronaca

Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

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Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

Cicalone è tornato a colpire, e i rosiconi da tastiera possono solo mordersi le mani! Il noto youtuber, che da anni gira le periferie più dimenticate d’Italia per mostrare al mondo quello che nessuno vuole vedere, sta facendo impazzire chi lo critica stando comodamente seduto sul divano. Con i suoi video crudi e senza filtri, Cicalone porta alla luce volti, storie e persone che per troppi sono invisibili: ragazzi sfruttati, usati come pedine da chi vuole fare la morale o raccattare qualche like, ma che in realtà non ha mai messo piede in quei posti. E allora ben vengano personaggi come lui, che hanno il coraggio di accendere i riflettori su un’Italia che fa paura, ma che esiste eccome.

Cicalone dà voce agli invisibili: e i rosiconi rosicano

Cicalone non fa video per fare il figo o per raccattare visualizzazioni facili. Lui va dove gli altri non osano: nelle periferie abbandonate, tra palazzoni fatiscenti e strade che sembrano uscite da un film distopico. Qui incontra persone che la società ha dimenticato: giovani in preda all’alcol o a sostanze, spesso sfruttati da chi li usa per i propri scopi – che sia per fare propaganda politica o per sentirsi “impegnati” senza muovere un dito. Cicalone non giudica, non fa la morale: mostra e basta. E questo dà fastidio a chi preferirebbe tenere tutto sotto il tappeto. “Sta spettacolarizzando il degrado!”, strillano i rosiconi sui social. Ma la verità è che Cicalone sta facendo quello che loro non hanno il coraggio di fare: dare un volto e una voce a chi non ce l’ha.

Altro che chiacchiere: Cicalone rischia la pelle

Parlare è facile, ma provateci voi a stare faccia a faccia con questi ragazzi! Cicalone non gira con una scorta, non ha uno staff che lo protegge: va da solo, con la sua telecamera, in posti dove un litigio banale può trasformarsi in una tragedia. Ragazzi strafatti di alcol o sostanze, che in un attimo di rabbia possono diventare pericolosi, anche per motivi stupidi. “Vorrei vedere i più ardimentosi dei rosiconi qui, a fare i fenomeni davanti a un tizio che ti fissa con un coltello in mano”, si legge in uno dei commenti dei suoi fan. E come dargli torto? Cicalone rischia la pelle per mostrare una realtà che fa comodo ignorare, mentre i criticoni se ne stanno al sicuro, a pontificare dal loro salotto con l’aria condizionata.

Sfruttati e dimenticati: Cicalone accende i riflettori

Il vero scandalo non è Cicalone, ma quello che mostra. In queste periferie, le persone non sono solo invisibili: sono sfruttate. Vengono usate come simboli da chi vuole fare la vittima o da chi cerca di raccattare consensi, senza mai fare nulla di concreto per aiutarle. Cicalone, invece, non promette soluzioni miracolose: il suo obiettivo è semplice ma potente: portare attenzione su un fenomeno che tutti fingono di non vedere. E ci riesce alla grande, con video che fanno milioni di visualizzazioni e che costringono anche i più distratti a fermarsi e guardare. Ogni volto, ogni storia che racconta è un pugno nello stomaco, ma è un pugno necessario. Perché se non ci fosse lui, chi parlerebbe di questi ragazzi?

Cicalone, un eroe moderno: i rosiconi si arrangino

Mentre i rosiconi continuano a blaterare, Cicalone va avanti per la sua strada, e meno male! Non si piega alle critiche di chi lo accusa di “sensazionalismo” o di “mettere in pericolo” le persone che filma. La verità è che lui sta facendo un lavoro che nessuno ha il coraggio di fare, e lo fa con una sincerità che spiazza. I rosiconi possono continuare a rosicare, ma Cicalone non si ferma: continuerà a girare per le periferie, a mostrare l’Italia che fa paura, a dare voce a chi non ce l’ha. E se questo vi dà fastidio, cari criticoni, alzatevi dal divano e andate a fare qualcosa di utile, invece di sparare sentenze. Cicalone è un eroe moderno, e voi siete solo invidiosi. Punto.

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

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Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

Immaginate se il gesto fatto da Romano Prodi, azione abbastanza ignobile, di tirare i capelli a una giornalista, la quale ha tutto il diritto di fare una domanda lecita, fosse accaduto a un esponente del centrodestra.

Immaginiamo se, al posto del “Mortadella”, presidente del consiglio che ci ha affossato con l’entrata nell’Euro, oltre alle svariate privatizzazione che hanno impoverito l’Italia, al suo posto ci fossero stati il presidente del Senato Ignazio La Russa, oppure quello della camera Lorenzo Fontana, o ancora Fabio Rampelli.

Cosa sarebbe accaduto, mediaticamente parlando, se qualche esponente della destra, avesse tirato i capelli a una giornalista? Facile e anche troppo scontato: tutti i giornali del mainstream vicini all’aria progressista, avrebbero fatto dei titoli e delle considerazioni molto più severe, appellandosi al maschilismo, all’urgente bisogno di sconfiggere il patriarcato, al fatto che la violenza fascista è sempre dietro l’angolo ecc…

La mancanza di rispetto per i giornalisti non ha colore, e invece tutto tace nelle redazioni della Repubblica e al TG3.

E allora ci viene da dire dove sta il giornalismo, dove sta la libertà? La verità è che ognuno tira l’acqua al suo mulino, omettendo spesso la verità fattuale.

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