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Alice Brignoli esce di prigione: la donna condannata per terrorismo riacquisisce la libertà

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Alice Brignoli esce di prigione: la donna condannata per terrorismo riacquisisce la libertà

Condanna per terrorismo e rilascio anticipato

Alice Brignoli, condannata a quattro anni per terrorismo internazionale nel 2020, sarà una donna libera il prossimo 2 gennaio. Grazie alla buona condotta, uscirà dal penitenziario di Piacenza prima del termine previsto. La donna aveva abbandonato la Brianza lecchese nel 2015 con il marito e i tre figli per unirsi al Califfato islamico in Siria. Al suo ritorno in Italia, aveva dichiarato: “È stato un errore.” Attualmente, le è stata tolta la patria potestà.

L’abbandono della Brianza e l’arresto in Siria

Nel 2015, dopo un lungo processo di radicalizzazione, Alice Brignoli aveva lasciato Bulciago per seguire il marito Mohamed Koraichi e unirsi ai combattenti del Califfato in Siria, portando con sé i suoi tre figli. Dopo la morte del marito per un’infezione intestinale in una prigione curda al confine con l’Iraq, Brignoli venne arrestata in Siria nel 2020 grazie alle indagini del Ros dei Carabinieri e della Procura di Milano. I suoi quattro figli furono successivamente affidati a una comunità protetta.

Prospettive future e relazione con i figli

Oggi, Alice Brignoli auspica di poter presto rivedere i figli, con i quali ha mantenuto contatti tramite telefonate, lettere e messaggi. La questione su dove Brignoli deciderà di vivere è particolarmente sensibile, tenendo conto del fatto che i suoi figli sono stati vittime innocenti degli eventi passati. Luca Cattaneo, il sindaco del paese, ha sottolineato che i giudici prenderanno la decisione migliore per il futuro dei bambini.

Per ulteriori dettagli, si può consultare la fonte originale.

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Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

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Una 73enne viene azzannata alla mano da un cane, il padrone scappa. Il figlio: “Forse dovrà essere operata”

Momenti di paura a Monteverde lunedì 17 febbraio 2025, quando una donna di 73 anni è stata aggredita da un cane al guinzaglio. Il figlio della vittima, Emiliano, ha dichiarato a Fanpage.it: “Il padrone è scappato via senza prestare soccorso”.

La dinamica dell’incidente

La donna, di nome Patrizia, stava passeggiando con un’amica in via Fonteiana, all’altezza del civico 111, vicino all’istituto Federico Caffè, quando il cane si è avvicinato e l’ha azzannata alla mano, provocandole una ferita che ha iniziato a sanguinare copiosamente. “Mi ha chiamato l’amica che si trovava con lei per dirmi che mia madre era stata azzannata mentre passeggiavano insieme,” ha raccontato Emiliano. Il padrone del cane, dopo aver assicurato che avrebbe chiamato aiuto, ha abbandonato la scena.

L’intervento dei passanti

La situazione ha attirato l’attenzione di alcuni passanti, incluso un giovane che ha attraversato la strada per soccorrere Patrizia. “La ferita alla mano continuava a perdere davvero molto sangue,” ha affermato Emiliano. Mentre il giovane prestava aiuto, il padrone del cane è fuggito. “Il ragazzo che ha soccorso mia madre mi ha detto che dovrebbe trattarsi di una persona che vive nella zona,” ha aggiunto.

Condizioni di Patrizia e denuncia

Dopo l’incidente, il giovane ha fornito una prima fasciatura e ha chiamato i soccorsi: Patrizia è stata portata in ospedale per ricevere cure. Emiliano ha confermato che “ora mia madre sta meglio,” specificando che non ha subito danni ai tendini o alle ossa, ma potrebbe necessitare di un intervento chirurgico per ricostruire la pelle. È stata presentata denuncia contro ignoti, inclusa quella per omissione di soccorso.

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Arresto di un ricercato internazionale a Roma per il traffico di merce contraffatta dalla Cina alla Colombia

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Arresto di un ricercato internazionale a Roma per il traffico di merce contraffatta dalla Cina alla Colombia

I poliziotti hanno intercettato e arrestato a Roma un 35enne ricercato a livello internazionale per un mandato di arresto con estradizione negli Stati Uniti. Il soggetto, di origini colombiane, era parte di una rete di riciclaggio e traffico di droga e ora si trova nel carcere di Regina Coeli, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

La rete di riciclatori di denaro

Il trentacinquenne ha fatto parte, per dieci anni, di una rete di riciclatori di denaro e trafficanti di droga guidata da cittadini colombiani con sede a Guangzhou, in Cina. Era direttore generale di una compagnia di navigazione internazionale, coinvolta nel traffico di merce contraffatta. Tra agosto e dicembre 2011, le autorità colombiane hanno sequestrato ventidue container contenenti articoli vari, per un valore complessivo di oltre 54 milioni di dollari.

Intercettato grazie a un sistema di allerta

Le forze dell’ordine internazionali erano sulle tracce del ricercato da anni. Gli agenti del Commissariato Viminale lo hanno identificato grazie al sistema alert “alloggiati”, attivato in un hotel di Roma. Durante un controllo, in collaborazione con il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno verificato l’esistenza di un mandato di arresto provvisorio emesso nel febbraio 2016 dalle autorità statunitensi per il reato di riciclaggio. Negli Stati Uniti, tali reati possono portare a una condanna fino a vent’anni di reclusione.

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