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Censis, Italia sempre più vecchia. Il dato terribile previsto per il 2040

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Censis, Italia sempre più vecchia. Il dato terribile previsto per il 2040

Il futuro delle famiglie in Italia nel 2040: le previsioni del Censis

Secondo le stime del Censis, nel 2040 solo una coppia su 4 avrà figli, con una diminuzione delle famiglie con figli fino al 25,8% del totale. Questo è quanto emerge dal 57° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, che evidenzia anche un crescente numero di famiglie unipersonali, che raggiungeranno il 37,0% del totale. Parallelamente, il numero medio dei componenti delle famiglie si ridurrà da 2,31 nel 2023 a 2,15 nel 2040.

Il rapporto sottolinea che gli anziani rappresentano attualmente il 24,1% della popolazione totale e che entro il 2050 diventeranno 4,6 milioni in più, raggiungendo il 34,5% della popolazione complessiva. Di queste, le famiglie costituite da anziani saranno quasi il 60% nel 2040, mentre il 10,3% degli anziani continuerà ad avere problemi di disabilità.

Inoltre, il rapporto mette in luce il cambiamento di atteggiamento nei confronti del lavoro, indicando che il 62,7% degli italiani non considera più il lavoro come centrale nella propria vita, legandone il significato principalmente al reddito che ne deriva.

Rispetto al panorama economico, il rapporto evidenzia un forte rimbalzo dell’economia dopo le restrizioni del 2020 dovute alla pandemia, con un aumento delle dimissioni volontarie e del tasso di ricollocazione.

Nell’ambito sanitario, il rapporto sottolinea che il 75,8% degli italiani ritiene che sia diventato più difficile accedere alle cure sanitarie a causa delle liste di attesa sempre più lunghe, mentre il 71,0% è pronto a rivolgersi a strutture private in caso di necessità di visite specialistiche o accertamenti sanitari urgenti.

In conclusione, il rapporto del Censis offre uno sguardo dettagliato sulle prospettive demografiche, lavorative e sanitarie in Italia, mettendo in evidenza i cambiamenti che potrebbero verificarsi entro il 2040.Preoccupazione tra gli italiani per il futuro del Servizio Sanitario Nazionale

Gli italiani si dichiarano preoccupati per il funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale nel prossimo futuro, manifestando il timore di non avere accesso a cure tempestive e appropriate in caso di malattia. Questa preoccupazione è alimentata dall’esperienza delle difficoltà di accesso ai servizi sanitari, che ha radicato nell’immaginario collettivo l’idea che l’universalismo formale possa nascondere disparità reali, ampliando le disuguaglianze sociali. Un’indagine ha rilevato che l’89,7% degli intervistati è convinto che le persone benestanti abbiano la possibilità di curarsi prima e meglio rispetto a quelle meno abbienti.

Inflazione: una crescente fonte di preoccupazione

I dati sui prezzi al consumo confermano un tendenziale riassorbimento dell’inflazione, tuttavia, restano ancora elevati i livelli di varie categorie di beni. A settembre, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è stato del 5,3% (rispetto al 7,6% di maggio), portando il livello dell’inflazione acquisita per il 2023 al 5,7%. In particolare, i beni alimentari nel complesso registrano un’ inflazione all’8,6%, mentre i beni alimentari freschi al 7,7% e gli alimentari lavorati al 9,1%.

Previsioni su redditi e spese

Secondo un’indagine, due famiglie su tre prevedono che i redditi familiari alla fine dell’anno saranno uguali a quelli dell’anno precedente. Solo il 44,1% ritiene di poter mantenere gli stessi livelli di risparmio dell’anno passato, mentre il 48,5% teme di vedere i propri risparmi diminuire rispetto al 2022. Inoltre, il 25,9% prevede un aumento della spesa per consumi, attribuibile anche all’incremento dei prezzi.

Queste preoccupazioni sono condivise da un’ampia parte della popolazione italiana e riflettono le sfide attuali legate all’accesso ai servizi sanitari e all’aumento dei prezzi, che incidono direttamente sulla qualità della vita e sul benessere economico delle famiglie.

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