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Chiusura Ospedale di Tivoli per Incendio: Acquistati Letti da Strutture Private

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Chiusura Ospedale di Tivoli per Incendio: Acquistati Letti da Strutture Private

Annunciata la Chiusura Temporanea dell’Ospedale di Tivoli

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha comunicato che l’ospedale di Tivoli resterà chiuso per un periodo compreso tra quattro e sei mesi. Questa decisione si rende necessaria a seguito dell’incendio che ha gravemente danneggiato la struttura il 7 dicembre.

Misure d’Emergenza: Acquisto di Posti Letto Privati

Per fronteggiare questa emergenza, la giunta regionale ha adottato una delibera straordinaria. Attualmente, l’ospedale è sotto sequestro a causa dell’incendio, ma Rocca ha assicurato che i servizi ambulatoriali verranno ripristinati al più presto. La delibera include l’acquisto di posti letto da strutture private accreditate, l’assunzione di 1200 persone e lo sblocco dei fondi antincendio.

Nuovo Ospedale Tiburtino: Investimenti e Tempistiche

Rocca ha inoltre introdotto il progetto per la costruzione del nuovo ospedale Tiburtino. Per questo progetto sono stati stanziati 204 milioni di euro, con l’obiettivo di completarlo entro la fine del suo mandato. Già 178 posti letto sono stati acquistati da varie strutture private per far fronte a questa situazione di emergenza, un processo previsto per durare sei mesi.

Critiche e Polemiche sulle Decisioni d’Emergenza

La decisione di acquistare posti letto nelle strutture private ha sollevato critiche dalle opposizioni, che ritengono che sarebbe prioritario potenziare la sanità pubblica piuttosto che favorire il settore privato. Secondo gli oppositori, questa scelta evidenzierebbe una predilezione del Presidente Rocca per la sanità privata, a discapito di quella pubblica.

Conclusione

L’incendio all’ospedale di Tivoli ha rappresentato un grave colpo per la sanità locale. Le misure introdotte dalla giunta regionale intendono tamponare l’emergenza, ma hanno scatenato un acceso dibattito tra sostenitori della sanità pubblica e privata.

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Controlli antidroga e sfratti al Quarticciolo effettuati da centinaia di militari e agenti

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Controlli antidroga e sfratti al Quarticciolo effettuati da centinaia di militari e agenti

Il Quarticciolo ha vissuto un’intensa mattinata di controlli da parte delle forze dell’ordine. L’operazione ha avuto come obiettivo il contrasto al traffico di stupefacenti e la gestione di sfratti, coinvolgendo Ater e la Sala Operativa Sociale.

Il dispiegamento delle forze dell’ordine

Il blitz ha visto la partecipazione di centinaia di militari, vigili urbani e poliziotti, che hanno effettuato controlli antidroga per le strade del quartiere. Nella giornata di oggi, martedì 25 febbraio, il quartiere si è svegliato con un gran dispiegamento di forze dell’ordine, tra cui la polizia locale con le pattuglie, gli agenti dell’unità Sicurezza Pubblica ed Emergenziale, del Gruppo Sicurezza Sociale Urbana, del V Gruppo Prenestino e Casilino, e altre unità territoriali.

Controlli e verifiche in corso

Oltre ai vigili urbani, erano presenti anche agenti della Polizia di Stato, carabinieri e Guardia di Finanza. Le forze dell’ordine sono attive nella periferia Est della Capitale, al Quarticciolo, eseguendo controlli sia nelle strade che all’interno di alcuni alloggi. Gli agenti hanno infatti svolto verifiche congiuntamente con il personale Ater e della Sala Operativa Sociale, entrando in alcune abitazioni per accertamenti.

Il blitz delle forze dell’ordine al Quarticciolo

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Storia di Gisella in tribunale a Trevignano, con accuse di truffa e perizia sulla statua che “piange”

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Storia di Gisella in tribunale a Trevignano, con accuse di truffa e perizia sulla statua che “piange”

C’è attesa per l’esito degli esami sul sangue della statuetta di Gisella Cardia, previsto per il 4 marzo 2025. Il perito Emiliano Giardina illustrerà i risultati in un’udienza presso il Tribunale di Civitavecchia, elemento cruciale nella vicenda riguardante la Madonna di Trevignano Romano.

Sviluppi giuridici

Il caso sta per entrare in una fase decisiva, in cui si dovrà decidere tra la richiesta di archiviazione e il rinvio a giudizio nei confronti di Gisella Cardia e suo marito, Gianni. Questo arriva dopo quasi un anno dalla dichiarazione del vescovo Marco Salvi, che ha definito le apparizioni “false” con la formula “Constat de non supernaturalitate”.

Attese udienze e testimonianze

Oggi, 25 febbraio, verrà ascoltato Luigi Avella, ex fedele che ha donato 123mila euro all’associazione Madonna di Trevignano Ets, e che ha sporto diverse denunce contro i coniugi Cardia. Il termine per la deposizione dell’elaborato peritale scade il 28 febbraio, mentre il 4 marzo sarà l’udienza in cui Giardina presenterà i risultati. Secondo alcune indiscrezioni, si è ipotizzato che il sangue sulla statuetta appartenga a Gisella, ma l’avvocato Solange Marchignoli ha sottolineato la necessità di prudenza.

Prospettive future

Qualora i risultati mostrassero una traccia di DNA unica, escludendo altre fonti, il giudice potrebbe riconoscere la configurazione del reato di truffa aggravata, suggerendo che Gisella possa aver utilizzato il proprio sangue per “suggestionare” i fedeli al fine di ottenere donazioni. Le prossime settimane si preannunciano decisive per il futuro della vicenda della Madonna di Trevignano.

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