Cronaca
Cronaca Roma, sotto sequestro il Main Club. Tutte le infrazioni accertate
Chiuso il Main Club la discoteca a due passi dalla Piramide. Gli agenti del Commissariato Celio hanno sottoposto a controllo e successivamente sequestrato il locale.
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Cronaca Roma Chiuso il Main Club – Come si apprende dall’ufficio stampa della Polizia di Stato, nei giorni scorsi, nel corso dell’attività di prevenzione condotta dalla Polizia di Stato, anche in ambito amministrativo, gli agenti del Commissariato Celio unitamente al personale della Locale Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, al personale dell’Arpa Lazio Sezione Provinciale di Roma e della Polizia Roma Capitale, hanno proceduto al controllo amministrativo del Main Club locale a due passi dalla Piramide.
Main Club, 602 clienti mentre ce ne possono stare 264
Nello specifico, nel corso del controllo sono emerse violazioni delle prescrizioni che impongono di non ammettere nel locale più di 264 persone contemporaneamente in quanto durante il deflusso fuori dal Main Club ne sono state conteggiate 602. Sul posto, inoltre, è stato accertato che l’unico accesso per i disabili era una rampa impiegata, invece dal titolare come guardaroba, che impediva di fatto l’ingresso e l’uscita dei disabili, violando quindi la prescrizione che impone di mantenere il locale perfettamente accessibile e fruibile da parte delle persone diversamente abili.
Al Main Club le uscite di sicurezza e l’accesso disabili non pervenuti
Infine, è stato rilevato che una delle due uscite di sicurezza era ostruita da stand con giacconi dei clienti e banconi usati per il desk per lasciare le giacche al guardaroba, impedendo di fatto la fuga in caso di emergenza e violando dunque la prescrizione che impone di mantenere costantemente liberi e facilmente percorribili tutti i percorsi delle vie di esodo e le aree destinate a luogo sicuro. Al termine dei controlli i poliziotti hanno posto sotto sequestro il locale, apponendo i relativi sigilli, mentre il titolare della licenza è stato deferito in stato di libertà poiché responsabile di violazioni delle prescrizioni imposte dall’Autorità di P.S.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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