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Cronaca

Dado, il comico finisce a processo: le pesanti accuse dell’ex fidanzato della figlia

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Dado, il comico finisce a processo: le pesanti accuse dell’ex fidanzato della figlia

Grane giudiziarie per Dado. Il comico romano, il cui vero nome è Gabriele Pellegrini, sarebbe stato denunciato dall’ex fidanzato di sua figlia per diffamazione aggravata.

Nelle scorse ore, riporta Il Messaggero, si è recato in Tribunale per essere giudicato. Ha così potuto ascoltare la versione che l’allora 16enne ha fornito della vicenda.

Un giorno – ha raccontato il giovane – arrivando a scuola, ho trovato ad aspettarmi due volanti della Polizia insieme al signor Pellegrini. Il quale, appena mi ha visto, ha iniziato ad inveirmi contro urlando. Diceva a tutti che ero un delinquente. Andava in presidenza a chiedere come mai la scuola non avesse ancora preso provvedimenti nei miei confronti. Inoltre mi insultava in presenza di altri genitori“. Una condotta che Dado avrebbe posto in atto in risposta alle violenze e alle persecuzioni perpetrate dal giovane ai danni della figlia e della moglie.

Secondo gli atti, il comico avrebbe presentato ben sei denunce per stalking nei confronti del ragazzo. “Mi definiva il bello e dannato della scuola – prosegue di fronte ai magistrati – Tutta Roma sapeva che io e la figlia di Pellegrini stavamo insieme. Ci siamo conosciuti la sera del mio compleanno. Lei aveva due anni meno di me, ma andando nella stessa scuola ci vedevamo tutti i giorni“.

Ma a Dado quel rapporto proprio non andava giù. E la situazione pesante finisce per far crollare il giovane: “Ho avuto un attacco di panico e sono andato in ospedale. Mi è successo sia a casa che a scuola. Ne ho avuti altri in passato. Uno qualche anno fa, quando un conoscente del signor Pellegrini mi ha aggredito con una chiave inglese“.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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