Cronaca
Delitto di via Poma, l’avvocata della famiglia Cesaroni annuncia importanti novità
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Nuovi sviluppi nel caso del delitto di via Poma: l’avvocata della famiglia Cesaroni annuncia importanti novità
Durante l’ultima puntata di ‘Quarto Grado’, Federica Mondani, avvocata della famiglia di Simonetta Cesaroni, ha rilasciato dichiarazioni rilevanti circa il caso di via Poma, via a due passi da Piazza Mazzini nel I Municipio.
Mondani ha annunciato la presenza di nuovi elementi definiti ‘deflagranti’, che potrebbero portare a importanti sviluppi nell’indagine sulla morte di Simonetta Cesaroni avvenuta a Roma nell’agosto del 1990.
Secondo le parole dell’avvocata, la famiglia ha presentato una serie di esposti e elementi in procura, e l’ultimo esposto risale al 16 novembre. Mondani ha anche commentato l’ipotetica archiviazione delle indagini, sottolineando la presenza di elementi forniti successivamente, che ritiene di fondamentale importanza per lo sviluppo del caso. La richiesta di archiviazione è stata annunciata dalle agenzie di stampa, ma la famiglia non ha ancora ricevuto una notifica ufficiale in merito.
In particolare, è stato sottolineato il presunto coinvolgimento di un personaggio già interrogato nelle fasi iniziali dell’indagine, che avrebbe fornito informazioni inesatte sulle proprie conoscenze con la vittima.
L’avvocata Mondani ha espresso la speranza che l’eventuale richiesta di archiviazione riguardi solo le fasi precedenti e non gli ultimi elementi presentati nel 2022. La riapertura delle indagini a marzo del 2022 è stata sollecitata dalla stessa famiglia della vittima, che ha chiesto la verifica degli alibi di alcuni soggetti coinvolti in passato.
Si prospettano dunque sviluppi interessanti in merito al caso, e la famiglia Cesaroni continua a perseguire la verità sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, alimentando la speranza di giustizia.
Cronaca
Prime dieci sospensioni effettuate
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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.
Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.
I DANNI
Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.
LA RIAPERTURA
In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.
Cronaca
Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda
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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.
LA SEQUENZA
La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.
SOTTO LA LENTE
Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.
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