Attualità
Drazen Mihajlovic: “Sogniamo uno stadio dedicato a Sinisa”
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Desideri e Ricordi di Drazen Mihajlovic
Drazen Mihajlovic, il fratello di Sinisa, ex giocatore della Lazio, ha recentemente rilasciato un’intervista al quotidiano serbo Telegraf. In questa occasione, Drazen ha espresso il desiderio di dedicare uno stadio o un museo al compianto fratello, ricordato come un angelo di grande cuore e animo nobile.
La Lunga Battaglia di Sinisa
Durante la sua intervista, Drazen ha elogiato la moglie di Sinisa, Arianna, per il suo sostegno durante la dura lotta contro la leucemia. Nonostante le difficoltà, Sinisa è sempre rimasto un pilastro di forza per la sua famiglia, non arrendendosi mai. Drazen ha raccontato l’impatto che la malattia ha avuto su di loro e sulla loro famiglia.
Ricordi d’Infanzia e la Guerra in Jugoslavia
Drazen ha condiviso alcuni ricordi d’infanzia, descrivendo Sinisa come un fratello un po’ indisciplinato, ma molto amato. Ha anche riflettuto sugli effetti devastanti della guerra in Jugoslavia, evidenziando un momento particolarmente difficile che ha profondamente segnato Sinisa: la visione dei bambini armati.
Un Gesto di Solidarietà di Novak Djokovic
Infine, Drazen ha raccontato un toccante aneddoto su Novak Djokovic. Il celebre tennista ha fatto una sorpresa a Sinisa, atterrando a Bergamo per visitarlo in ospedale. Questo gesto ha testimoniato la grandezza di Djokovic, non solo come sportivo, ma anche come uomo.
Fonte: [LazioNews24](https://www.lazionews24.com/mihajlovic-drazen-sinisa-era-un-angelo-sarebbe-bello-intitolargli-uno-stadio/)
Attualità
Allerta bomba su volo American Airlines attivata da una mail anonima
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Un falso allarme bomba ha interessato un volo American Airlines partito da New York e diretto in India, a seguito di una mail anonima giunta all’aeroporto di Delhi.
La segnalazione e l’intervento
La mail conteneva la minaccia: “C’è una bomba a bordo”. Ricevuta ieri, ha attivato le procedure di emergenza, portando l’aereo, un Boeing 789, a invertire la rotta verso Fiumicino, mentre sorvolava il Mar Caspio. È stato solo dopo che il pilota ha ricevuto indicazioni per atterrare in Italia, che due Eurofighter dell’Aeronautica militare hanno affiancato il velivolo nel suo arrivo.
Controlli a terra
Una volta atterrato, passeggeri ed equipaggio sono stati fatti scendere e ha avuto inizio un’accurata verifica dell’aereo da parte della polizia e della polaria. Non è stato trovato alcun ordigno esplosivo, e l’allerta è stata presto dichiarata falsa. I passeggeri e l’equipaggio hanno dovuto affrontare disagi e trascorrere la notte a Roma, ma oggi è prevista una nuova partenza per l’India.
Un episodio a lieto fine
Nonostante l’alta tensione e il grande spavento per i circa 200 passeggeri a bordo, fortunatamente, la situazione si è conclusa senza conseguenze gravi.
Attualità
Incendio appiccato da un detenuto nella sua cella al carcere Regina Coeli di Roma
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Un detenuto ha appiccato un incendio nella sua cella al carcere romano di Regina Coeli, mentre un altro si è ferito gravemente al collo. La notizia è stata comunicata dal sindacato Fp Polizia Penitenziaria della Cgil, che ha definito l’episodio come un'”ennesima notte di follia” all’interno dell’istituto penitenziario.
Incendio e fuga di fumo
Il sindacato ha spiegato che il detenuto ha provocato un incendio creando una grossa nube di fumo nella sezione detentiva. Solo l’intervento tempestivo del personale di Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze più gravi. Durante le operazioni di evacuazione, un altro detenuto, probabilmente sconvolto e in preda al panico, si è procurato una grave ferita da taglio al collo.
Condizioni critiche del personale
La Cgil ha sollevato preoccupazioni riguardo alla situazione del personale, avvertendo che è “fortemente in sotto organico”. Il sindacato ha denunciato le “precari e difficili condizioni di lavoro” nella struttura, sottolineando che la Polizia Penitenziaria sta affrontando turni massacranti e operando al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Hanno fatto appello per “interventi urgenti dalle varie Autorità” e hanno chiesto una riforma dell’intero sistema penitenziario che possa affrontare le emergenze e restituire dignità ai lavoratori del Corpo di Polizia Penitenziaria.
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