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Hiv, boom di contagi in UE dopo la pandemia: i dati allarmanti

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Hiv, boom di contagi in UE dopo la pandemia: i dati allarmanti

L’aumento delle diagnosi di Hiv in Europa dopo la pandemia

Nel 2022, riporta l’Ansa, nei Paesi dell’Unione Europea e dello spazio economico europeo, si è registrato un brusco aumento delle diagnosi di Hiv.

Secondo il rapporto ‘Hiv/Aids surveillance in Europe’ redatto dallo European Centre for Disease Prevention and Control e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2022 sono state registrate 22.995 diagnosi, pari a 5,1 ogni 100mila abitanti. Questo rappresenta un aumento del 30,8% rispetto al 2021, quando le diagnosi erano state 3,9 ogni 100mila abitanti. Nonostante ciò, i contagi sono in calo del 3,8% rispetto al periodo pre-pandemia.

Il rapporto evidenzia che oltre il 90% dei contagi avviene attraverso i rapporti sessuali, di cui il 46,3% sono eterosessuali e il 45,8% omosessuali, mentre il 5,9% è legato all’uso di droghe per via iniettiva.

Secondo il documento, molte diagnosi sono tardive e indicano problemi di accesso e di adozione del test Hiv per alcuni segmenti della popolazione. La metà dei nuovi casi al momento della diagnosi ha una conta dei linfociti Cd4 inferiore a 350 per millimetro cubico, suggerendo un’infezione in stadio avanzato.

La direttrice degli Ecdc, Andrea Ammon, ha dichiarato che l’aumento delle diagnosi nel 2022 è una prova che si sta andando nella giusta direzione, con un maggior accesso ai test, alle cure e ai servizi di supporto per le persone che vivono con l’Hiv.

Nel rapporto è stato inoltre evidenziato un miglioramento della situazione dell’Aids: nel 2022 sono state 2.349 le diagnosi, con un tasso di 0,6 ogni 100mila abitanti, che corrisponde alla metà di quello registrato 10 anni fa. I decessi Aids-correlati nel 2022 sono stati 767, quasi la metà rispetto a quelli del 2013.

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