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Italia

Il salario medio in Italia: un trend in crescita ma rallentato dall’inflazione

Il salario medio in Italia: un trend in crescita ma rallentato dall’inflazione

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Il salario medio in Italia: un trend in crescita ma rallentato dall’inflazione

Il salario medio in Italia: un trend in crescita ma rallentato dall’inflazione

Secondo i dati dell’Inps e come riporta Fanpage, i salari medi in Italia stanno registrando un aumento, tuttavia persistono significative differenze di genere.

Nonostante questa tendenza positiva, la crescita degli stipendi non riesce a tenere il passo dell’inflazione, con conseguenze evidenti sul potere d’acquisto.

Nonostante l’aumento della retribuzione lorda media in Italia, l’inflazione cresce a un tasso superiore, portando a una diminuzione del potere d’acquisto. Secondo i dati diffusi dall’Inps, nel 2022 la retribuzione media in Italia è stata di 24.252 euro, registrando un incremento del 4% rispetto al 2021. Tuttavia, l’inflazione nello stesso periodo è salita dell’8,1%, erodendo di fatto la crescita salariale.

Questo fenomeno si riflette anche nella differenza di genere, con gli uomini che nel 2022 hanno percepito in media 27.254 euro, rispetto ai 20.378 euro medi delle donne.

Ciò traduce in una disparità salariale del 33,74%, a svantaggio delle lavoratrici. Rispetto al punto di vista delle donne, emergono differenze retributive significative, con le lavoratrici che guadagnano in media il 25,23% in meno rispetto agli uomini.

A fronte di questa situazione, è interessante notare un aumento complessivo dei lavoratori dipendenti e indipendenti, che sono aumentati a 26,3 milioni nel 2022, registrando una crescita del 2% rispetto all’anno precedente.

Questo dato è un segnale positivo anche in confronto all’era pre-Covid, evidenziando un progresso nel mercato del lavoro nonostante le sfide post-pandemiche.

 

 

Cronaca

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio

Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.

Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.

Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.

La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte

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Cronaca

In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra

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Stato vegetativo per formaggio, giudizio pediatra mancato.

Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.

Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.

La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.

La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.

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