Italia
Mattia morto a 8 anni dopo il ricovero in ospedale
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Nel cuore della notte scorso mercoledì, un bambino di soli 8 anni, Mattia Coada, è stato colto da un improvviso malore a casa sua. I genitori lo hanno immediatamente portato al pronto soccorso dell’ospedale civile dei Santi Giovanni e Paolo dopo essere stati inizialmente al punto di primo intervento del Lido. Purtroppo, nonostante i tentativi del personale medico, il piccolo Mattia è deceduto giovedì pomeriggio.
Come riporta il Messaggero, al momento, la causa del decesso rimane sconosciuta e per fare chiarezza verrà eseguita un’autopsia nei prossimi giorni. La famiglia Coada, di origine moldava ma residente da molti anni nel Lido di Venezia, è stata colpita duramente da questa tragedia inattesa.
Mattia frequentava la terza elementare alla scuola “Odone Parmeggiani” di San Nicolò. Era conosciuto come un bambino eccezionalmente gentile, sempre sorridente e disponibile con i suoi compagni. Inoltre, era attivo nello sport, praticando karate e calcio. La sua scomparsa improvvisa ha sconvolto la comunità locale e la scuola, dove Mattia lascia un ricordo indelebile per la sua generosità e il suo entusiasmo.
La notizia della sua morte ha sconvolto la comunità del Lido di Venezia, lasciando tutti sgomenti e increduli. I suoi genitori e le sorelline Giulia e Sofia, insieme alla comunità locale, stanno affrontando questo momento di dolore con grande compostezza e dignità. La comunità ortodossa di Venezia e Mestre ha espresso la propria solidarietà e il proprio sostegno.
Al momento, tutti attendono l’esito dell’autopsia per capire esattamente cosa sia accaduto. In seguito sarà decisa la data e i dettagli della cerimonia funebre, a cui è prevista una partecipazione molto ampia, non solo da parte degli abitanti del Lido, ma anche di altre persone provenienti da tutta la città.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
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Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra
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Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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