Attualità
Roma: Rifiuti in Strada dopo l’Incendio di Malagrotta
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Incendio al TMB1 di Malagrotta: Impatti su Roma
La sera del 24 dicembre, un incendio ha devastato l’impianto TMB1 di Malagrotta, preannunciando gravi conseguenze per la città di Roma. Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna, ha concesso al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il permesso di smaltire circa 9.200 tonnellate di rifiuti mensilmente per un trimestre. Tuttavia, la mancanza di un impianto di trattamento dei rifiuti a Roma potrebbe far sì che i rifiuti tornino a proliferare nelle strade.
La Gravità della Situazione Post-Incendio
L’incendio doloso alla discarica di Malagrotta ha portato a un visibile incremento dei rifiuti per le strade, in particolare nella zona est di Roma. I residenti hanno evidenziato un peggioramento della situazione dal 24 dicembre, con la quantità di immondizia in continua crescita. Anche i negozi locali stanno riscontrando problemi nello smaltimento dei rifiuti e dichiarano di non sapere più dove collocarli. Nonostante la soluzione temporanea offerta dall’Emilia Romagna, permane il sospetto che l’incendio possa essere di natura dolosa.
Proteste e Preoccupazioni dei Cittadini
Il 28 dicembre, cittadini e comitati locali hanno manifestato a Malagrotta, esprimendo preoccupazioni per la salute pubblica e per l’inquinamento causato dall’incendio. Il presidente della Commissione parlamentare Ecomafie ha dichiarato che il TMB1 non ha subito una distruzione totale, a differenza dell’impianto precipitato in fiamme nel giugno 2022. Tuttavia, si aspetta il verdetto dell’indagine della procura per accertare le reali cause dell’incendio.
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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.
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Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.
La dinamica
Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.
L’arresto
L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.
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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl
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Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.
Dettagli della vicenda
Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.
Le conseguenze legali
Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.
Indagine della Corte dei Conti
Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.
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