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Ruggero Freddi, ex Pornostar e Prof di Matematica, Ottiene Risarcimento da La Sapienza: Sentenza del Tribunale

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Ruggero Freddi, ex Pornostar e Prof di Matematica, Ottiene Risarcimento da La Sapienza: Sentenza del Tribunale

La vicenda di Ruggero Freddi a La Sapienza

Roma Fanpage.it ha riportato che l’Università La Sapienza di Roma è stata obbligata a risarcire Ruggero Freddi, ricercatore di matematica, in seguito alla sua rimozione senza stipendio dal ruolo. La decisione è stata presa dopo che una professoressa ha presentato ricorso, accolto dal Tribunale Amministrativo Regionale (Tar).

Sentenza del Tar a favore di Freddi

Il Tribunale ha stabilito che La Sapienza dovrà compensare Freddi, il quale era stato sospeso senza retribuzione dopo appena due mesi di lavoro. Secondo il Tar, i provvedimenti disciplinari assunti dall’università nei confronti di Freddi sono stati ritenuti troppo tardivi rispetto agli eventi.

Origine della controversia

Tutto è iniziato nel 2019, quando una docente ha proposto a Freddi di sostituire un altro professore nel corso di Analisi Matematica 1. Dopo aver accettato l’incarico, Freddi non ha mai ricevuto il contratto promesso. A metà novembre, gli è stato comunicato che sarebbe stato sostituito da un altro docente.

Azioni legali e risposta dell’Università

Freddi ha richiesto chiarimenti agli amministratori dell’università, senza ricevere risposte soddisfacenti. Decise così di intraprendere un’azione legale che ha portato alla sentenza favorevole del Tar. In merito alle accuse, La Sapienza ha affermato di aver rispettato la sentenza del giudice del lavoro e di aver segnalato le condotte fonte di responsabilità amministrativa alla Corte dei Conti.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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