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“Incontro con il Ministro dei trasporti è un nulla di fatto”. Lo sciopero a Roma del 15 dicembre è confermato
L’incontro con il Ministro dei trasporti è un nulla di fatto. Di fronte all’ordinanza di Salvini, USB conferma lo sciopero di tutta la giornata
Sciopero a Roma confermato – Come previsto, l’incontro convocato oggi a Roma nella sede del ministero presieduto da parte del Ministro Salvini con le Organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali riguardo lo sciopero nazionale del trasporto pubblico locale previsto il 15 dicembre prossimo, si è concluso con un nulla di fatto.
Il ministro ci ha informato che, esattamente come fatto in occasione dello sciopero del 27 novembre, intende disporre delle presunte facoltà che la legge 146/90 gli darebbe per poter intervenire sugli scioperi: preannunciandoci così l’emissione di una ordinanza di restrizione a 4 ore, peraltro preavvisata da più di 10 giorni.
Per quanto ci riguarda USB, abbiamo ribadito con chiarezza come questo sciopero sia stato indetto rispettando alla lettera le procedure e la normativa sullo sciopero più restrittiva in Europa, come peraltro ribadito dalla stessa Commissione di Garanzia durante l’incontro tenuto in data odierna.
Il comunicato stampa emesso dal sindacato continua “Non si può pertanto considerare applicabili le previsioni ex art. 8 della normativa che richiamano espressamente a un imminente e grave pregiudizio, trattandosi di astensione dal lavoro regolarmente indetta e preannunciata e con l’espressa garanzia dei servizi minimi garantiti dalla medesima legge.”
I motivi dello sciopero a Roma del 15 dicembre
Durante questo incontro, così come nell’ultimo, il Ministro non ha concretamente affrontato nel merito nessuna delle motivazioni poste alla base dello sciopero: aumenti salariali, stop agli appalti e alle privatizzazioni, interventi concreti sulla sicurezza. Le parti datoriali, invitate al tavolo, si sono limitate a respingere qualsiasi ipotesi di apertura del confronto con la nostra O/S.
Il diritto di sciopero è un diritto garantito dalla nostra Costituzione, rigidamente regolato in Italia dalla normativa più restrittiva di Europa, fondamentale strumento a disposizione dei lavoratori per difendere il proprio salario, i propri diritti ma anche per salvaguardare il livello di erogazione di un servizio pubblico essenziale per la cittadinanza nonché la sicurezza delle operazioni. Per questo motivo non può essere attaccato da chiunque tantomeno da un ministro che è pure vice-premier nonché capo politico di un partito della maggioranza di governo.
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