Italia
Sfruttamento lavoro migranti, sequestro per 12 milioni
Sfruttamento lavoro migranti, sequestro per 12 milioni
Sfruttamento del lavoro migrante: sequestro da 12 milioni di euro in diverse località.
La Polizia di Stato ha avviato un’operazione di sequestro di beni, assetti societari e rapporti finanziari del valore complessivo di 12 milioni di euro in diverse località, tra cui Piacenza, Milano, Pavia, Cremona, Catania, Messina, Trapani, Svezia e Bulgaria.
L’indagine coinvolge un imprenditore di origine siciliana che si è stabilito in Emilia da molti anni e che è sospettato di favorire l’immigrazione clandestina, di intraprendere attività illecite di intermediazione di manodopera e di sfruttamento del lavoro migrante.
L’operazione è parte di un’indagine più ampia condotta dalla Polizia di Stato e coinvolge diverse località in Italia e all’estero. L’imprenditore al centro dell’indagine è stato individuato come il presunto responsabile di reati legati al sfruttamento del lavoro migrante, compreso il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’intermediazione illecita di manodopera.
Secondo quanto affermato dalle autorità, e come riportato da Italpress l’indagine è in corso da diversi mesi e ha coinvolto numerose risorse investigative e operative. L’obiettivo principale è quello di contrastare l’abuso e lo sfruttamento del lavoro migrante, garantendo al contempo la tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori migranti.
Le autorità competenti hanno ribadito l’importanza di combattere con determinazione il fenomeno dello sfruttamento del lavoro migrante e di perseguire coloro che ne traggono vantaggio illegittimamente. L’operazione di sequestro dei beni e degli assetti societari dell’imprenditore sospettato di sfruttamento del lavoro migrante rappresenta un passo significativo nella lotta contro questo tipo di reati.
L’indagine è ancora in corso e le autorità hanno assicurato che continueranno a lavorare con impegno per contrastare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro migrante e per proteggere i diritti dei lavoratori migranti. La cooperazione internazionale e la sinergia tra le varie forze dell’ordine coinvolte svolgono un ruolo fondamentale nell’identificare e contrastare le reti criminali che sfruttano il lavoro migrante per fini illeciti.
Cronaca
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Giovane ferito con colpi di machete: un sospettato fermato per tentato omicidio
Cronaca – La squadra mobile di Torino ha arrestato un giovane italiano poco più che ventenne con l’accusa di tentato omicidio, ritenuto il presunto responsabile del ferimento avvenuto a colpi di machete nel capoluogo piemontese di un giovane di 24 anni, aggredito mentre si spostava su un monopattino.
Secondo la ricostruzione degli eventi, la vittima è stata raggiunta da due uomini su motorino, uno dei quali è sceso dal veicolo e ha inflitto ripetuti colpi alla gamba sinistra. Le lesioni sono state così gravi che i medici hanno dovuto amputare la gamba durante un intervento chirurgico notturno.
Il sospettato è stato individuato in un albergo della città e portato in questura per essere interrogato dagli investigatori. Le motivazioni dell’aggressione sono ancora oggetto di indagine, così come sono in corso le ricerche del complice.
La vittima rimane ricoverata in ospedale in condizioni gravi, mentre le autorità continuano ad operare per fare luce su questo tragico episodio di violenza. Fonte
Cronaca
In Stato vegetativo per formaggio. A giudizio il pediatra
Cronaca – Il bambino aveva mangiato un pezzettino di formaggio contaminato che gli aveva causato un’insufficienza renale acuta. La pediatra dell’ospedale dove era stato trasferito si era rifiutata di visitarlo, ritardando così la diagnosi. Da allora il bambino è in stato vegetativo e la famiglia ha continuato a chiedere giustizia, portando avanti la battaglia legale. La dottoressa del reparto di pediatria dell’Ospedale Santa Chiara di Trento è stata rinviata a giudizio, dopo che i genitori si erano rivolti a lei sette anni fa.
Il bambino aveva mangiato il formaggio in gita e si era sentito male. Dopo essere stato trasportato in ospedale, i medici decisero di trasferirlo al reparto pediatrico del Santa Chiara di Trento. La diagnosi della malattia causata dal batterio escherichia coli nel formaggio sarebbe stata ritardata di tre giorni, causando gravissime conseguenze al bambino. I pubblici ministeri hanno accusato la pediatra di lesioni e rifiuto di atti d’ufficio e la prima udienza del processo è stata fissata per il 24 aprile.
La battaglia legale era già in corso contro il caseificio responsabile della contaminazione del formaggio. Il legale rappresentante del caseificio sociale Coredo e il responsabile del controllo sono stati condannati per lesioni personali colpose gravissime. Ora la battaglia legale si sposta sul piano medico, con la famiglia del bambino che chiede un risarcimento per i danni subiti.
La famiglia del bambino si è costituita parte civile e chiede un risarcimento di oltre un milione di euro per il bambino e alcune centinaia di migliaia di euro per il padre, per compensare la perdita del rapporto con il figlio. La battaglia legale continua per garantire che tragedie simili non si ripetano in futuro.
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