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14enne ucciso a Monte Compatri, arrestato un quarto sospetto: il 26enne Massimo Komarov

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14enne ucciso a Monte Compatri, arrestato un quarto sospetto: il 26enne Massimo Komarov

Una quarta persona è stata messa sotto custodia in relazione all’omicidio di Alexandru Ivan, un giovane di 14 anni che è stato ucciso da un colpo di pistola a Monte Compatri. L’arrestato, un 26enne di nome Massimo Komarov, noto come ‘Janko’, è stato preso in custodia a Roma nella zona Borghesiana dai carabinieri. Secondo gli inquirenti, Komarov era presente nell’auto da cui i proiettili che hanno ucciso il minore sono stati sparati nella notte tra il 12 e il 13 di gennaio scorso. È accusato, al pari degli altri tre arrestati, di aver partecipato all’omicidio.

Fino ad ora, per l’omicidio di Alexandru Ivan, quattro persone sono state arrestate: i fratelli Corum e Dino Petrov, Ringo Gurgevic e ora Massimo Komarov. A tutti è stato addebitato il coinvolgimento nell’omicidio del ragazzo di 14 anni, ucciso alle 3 di notte nel parcheggio della metropolitana C a Pantano, durante uno scontro. Gli investigatori hanno determinato che il gruppo aveva programmato di incontrarsi nel parcheggio della metropolitana dopo una disputa con il patrigno di Alexandru: un confronto che tutta la famiglia ha portato avanti, inclusa l’adolescente, che è stato colpito da uno dei proiettili sparati dall’auto. Alexandru è morto poco dopo nelle braccia dei suoi familiari.

I Carabinieri indagano sull’incidente, avendo immediatamente interrogato la famiglia per determinare cosa potrebbe essere successo e perché si trovavano tutti nel parcheggio intorno alle 4 di notte. Da subito è emerso che fosse uno scontro per le dichiarazioni del patrigno di Alexandru, che ha riferito ai detective la sua versione degli eventi.

È stato segnalato l’arresto di un 24enne in relazione all’omicidio di Alexandru Ivan, morto a Roma per un colpo d’arma da fuoco. L’uomo si è consegnato alla polizia. Durante un’intervista rilasciata a La Stampa, il patrigno ha dichiarato: “Quei due uomini con cui mi ero picchiato al bar verso le 11 di sera mi avevano dato appuntamento per un chiarimento. Hanno inviato un messaggio su Messenger, dato che siamo amici su Facebook. Mi hanno detto: ‘Dobbiamo parlarti, dobbiamo chiarirci, vieni al parcheggio’. E io mi sono recato là con Alexandru, con il suo nonno, il suo zio materno, mia madre e mia sorella”. Sulle ragioni del litigio, ha detto di aver litigato perché “quei due erano prepotenti. Forse io non gli andavo a genio, ma noi non tolleriamo che qualcuno ti umili. E ci siamo scontrati”.

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