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Arrestato barbiere: scoperto traffico di droga nel suo negozio

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Arrestato barbiere: scoperto traffico di droga nel suo negozio

Clienti sospetti: l’intervento dei carabinieri

I carabinieri di Pioltello, un comune nella provincia di Milano, hanno osservato un insolito movimento di clienti presso una barberia situata in via Veronese. Insospettiti dal fatto che molti clienti entravano ed uscivano dal negozio senza alcun cambiamento nel taglio di capelli, le forze dell’ordine hanno deciso di monitorare attentamente l’attività commerciale.

Le indagini e la scoperta stupefacente

Gli agenti hanno iniziato a ricevere segnalazioni riguardanti uno strano andirivieni di persone che visitavano il negozio senza apparenti motivi legati ai servizi di barberia. Insospettiti dal comportamento dei clienti, i carabinieri hanno organizzato una serie di appostamenti per osservare da vicino le operazioni del salone. Notando che i clienti uscivano con lo stesso look con cui erano entrati, i militari hanno deciso di agire.

Perquisizione e arresto

Durante la perquisizione, sono stati rinvenuti quattrocento grammi di cocaina suddivisa in panetti da 100 grammi ciascuno, un bilancino di precisione e vari dispositivi elettronici di dubbia provenienza. Il titolare del negozio, un barbiere italiano di 55 anni, è stato arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Attualmente detenuto nel carcere di San Vittore, il barbiere è in attesa di essere ascoltato dall’Autorità giudiziaria.

Un doppio lavoro illegale

Le indagini hanno rivelato che il barbiere aveva escogitato un metodo illegale per integrare i guadagni della sua attività. Oltre a praticare il taglio dei capelli e la cura della barba, il titolare utilizzava il suo negozio come copertura per il traffico di droga. Questa attività sospetta è stata portata alla luce grazie all’intervento deciso dei carabinieri, che hanno messo fine all’illecito commercio.

Per ulteriori dettagli, consulta [la fonte](https://www.fanpage.it/milano/barbiere-arrestato-per-droga-i-clienti-entravano-e-uscivano-dal-negozio-con-lo-stesso-taglio-di-capelli/).

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

Fonte Verificata

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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