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Donna Attacca il Fidanzato con un’Ascia a Santa Marinella: Uomo Gravemente Ferito

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Donna Attacca il Fidanzato con un’Ascia a Santa Marinella: Uomo Gravemente Ferito

Agghiacciante Aggressione a Santa Marinella

A Santa Marinella, nel litorale nord della provincia di Roma, un’incidente potenzialmente fatale è stato evitato. Una donna di 39 anni ha attaccato un uomo con un’ascia, lasciandolo gravemente ferito. Successivamente, le autorità hanno posto la donna in custodia cautelare in carcere dopo l’udienza di convalida.

Dettagli dell’Attacco

L’aggressione è stata perpetrata da una donna di 39 anni, originaria della Romania, che ha colpito un uomo di 72 anni proveniente dalla Tanzania. I due avevano una relazione da pochi mesi e l’uomo abitava a casa della donna. La vittima è stata trovata a terra in una pozza di sangue ed è stata immediatamente trasportata in ospedale.

Intervento delle Autorità

Dopo una chiamata di emergenza da parte di una vicina di casa che aveva visto la donna brandire l’ascia e l’uomo coperto di sangue, i carabinieri sono intervenuti tempestivamente. Al loro arrivo, hanno trovato l’uomo ferito e avviato immediatamente le indagini. La donna, che aveva tentato di fuggire a piedi per le strade del centro cittadino, è stata successivamente fermata e accusata di tentato omicidio.

Azione Legale

Dopo il fermo, l’indagata è stata portata davanti al giudice per l’udienza di convalida, che ha confermato la misura di custodia cautelare in carcere.

Per maggiori dettagli, visitare la [fonte dell’articolo](https://www.fanpage.it/roma/tenta-di-uccidere-il-fidanzato-con-unascia-a-civitavecchia-luomo-trovato-in-una-pozza-di-sangue/).

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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