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Giovani Denunciati per Lancio di Petardo contro Senzatetto a Boville Ernica

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Giovani Denunciati per Lancio di Petardo contro Senzatetto a Boville Ernica

Tre ragazzi di 15, 16 e 13 anni sono stati denunciati a seguito di un episodio avvenuto a Boville Ernica, in cui hanno lanciato un petardo contro una donna senzatetto. Identificati e interrogati dalle autorità, i giovani hanno dichiarato di non aver avuto intenzione di colpire la donna, ma solo di spaventarla.

Identificazione e Accuse

I quattro ragazzi, uno dei quali maggiorenne e gli altri tre minorenni, sono stati identificati grazie agli accertamenti della Procura ordinaria e del Tribunale dei Minori. Le accuse formali nei loro confronti includono violenza privata e violazione del divieto di sparare petardi in luoghi abitati.

Segnalazione del Monastero

L’episodio è stato segnalato dalle suore Benedettine del monastero dove la senzatetto dormiva. Le suore, avendo registrato l’esplosione del petardo tramite le videocamere di sorveglianza, hanno prontamente allertato le autorità. Per fortuna, la donna non ha riportato alcuna lesione a seguito del lancio del petardo.

Reazioni della Comunità

I giovani denunciati vengono descritti come appartenenti a “famiglie perbene” e senza precedenti penali. Tuttavia, le loro azioni hanno suscitato una serie di commenti negativi sulla rete. Inoltre, le monache sono state criticate da alcuni per non aver accolto la donna all’interno del monastero, nonostante la presenza di un alloggio offerto dal comune.

Dichiarazione del Sindaco

Il sindaco di Boville Ernica ha ribadito l’importanza di evitare il ripetersi di simili situazioni e ha esortato la comunità a non tollerare tali comportamenti. Secondo il primo cittadino, eventi del genere non dovrebbero mai accadere in una società civile e solidale.

Fonte: [Fanpage](https://www.fanpage.it/roma/petardo-contro-una-senzatetto-denunciati-un-18enne-e-tre-minorenni-volevamo-farle-uno-scherzo/)

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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