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Indagine su Vigili e Municipio per la Morte in Moto di Leonardo Lamma

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Indagine su Vigili e Municipio per la Morte in Moto di Leonardo Lamma

Respingimento della richiesta di archiviazione

Il giudice delle indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla Procura della Repubblica di Roma sull’incidente mortale che coinvolge il diciannovenne Leonardo Lamma, avvenuto il 7 aprile 2022 a Corso Francia. Il caso richiede ulteriori indagini, con possibili implicazioni per il personale dei vigili urbani e del Municipio XV per cooperazione in omicidio stradale. La mancata segnalazione di un pericolo sulla strada potrebbe essere stata una delle cause principali della tragedia. In aggiunta, il giudice ha richiesto di includere due dirigenti di Acea nel registro degli indagati, come suggerito dal pubblico ministero.

Cause e riparazioni sospette

Secondo i genitori di Leonardo Lamma, la sua morte poteva essere evitata con una corretta segnalazione dei pericoli sulla carreggiata. Essi sostengono che vi sia stata un’intenzione di copertura degli eventi, e che un intervento di riparazione a posteriori della buca pericolosa sia stato effettuato solo per nascondere le responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire la manutenzione e la sicurezza della strada.

Un tragico destino condiviso

Leonardo Lamma era amico stretto di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, due sedicenni travolte e uccise da Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo Genovese, in un punto vicino a dove Leonardo ha perso la vita. Questo tragico destino ha legato le vite dei tre giovani, tutti morti in circostanze molto simili. L’indagine sulla morte di Leonardo Lamma a Corso Francia rimane aperta, con la richiesta di archiviazione respinta per la seconda volta.

Conclusioni e prossimi sviluppi

La decisione del giudice di proseguire con ulteriori indagini sottolinea la necessità di chiarire tutte le responsabilità coinvolte. La comunità attende ora che venga fatta giustizia per Leonardo Lamma e che venga compreso appieno quanto successo quel tragico 7 aprile 2022.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

Fonte Verificata

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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