Cronaca
La Procura Generale spara a zero su Chiara Ferragni
Secondo la Procura generale presso la Corte di Cassazione, Chiara Ferragni avrebbe utilizzato la sua presunta attività di beneficenza associata ad almeno tre operazioni commerciali come mezzo per rinforzare la sua immagine mediatica. L’indagine è stata affidata a Milano invece che a Cuneo.
Secondo gli investigatori, avrebbe ottenuto un profitto illecito da tre diverse operazioni: il pandoro Balocco, una bambola realizzata con Trudi e un uovo di Pasqua con Dolci Preziosi. In pratica, l’imprenditrice avrebbe ottenuto un ritorno patrimoniale legato allo “rafforzamento mediatico della sua immagine nel veicolare una rappresentazione di sé strettamente associata all’impegno personale” nella beneficenza”.
Gli inquirenti ritengono che queste campagne di beneficenza fossero in realtà “menzogne” realizzate con l’unico scopo di trarre profitto personale. Più il nome di Chiara Ferragni era associato a un’operazione benefica, più si rafforzava il suo seguito, aumentando di conseguenza i suoi guadagni, anche se poi non effettuava nessuna donazione agli enti benefici.
Per la Procura milanese, si potrebbe trattare di un unico “disegno criminale” che l’imprenditrice e le sue società avrebbero seguito sin dal 2019. La Ferragni avrebbe accostato le sue operazioni commerciali a intenti benefici attraverso post, immagini, storie e video “fuorvianti”, che avrebbero indotto i consumatori a pagare un prezzo maggiorato per i prodotti, causando un “duplice danno”.
Nel decreto che assegna la competenza sull’indagine a Milano, è riportata anche la registrazione di Fabio Maria Damato come indagato. Il “modus operandi” sarebbe comune a almeno tre campagne commerciali presentate come iniziative benefiche tra il 2019 e il 2022. Tra queste ci sarebbe la bambola in edizione limitata realizzata con Trudi, i cui proventi sarebbero dovuti andare all’associazione Usa contro le discriminazioni Stomp out bullying. Le vendite delle uova pasquali Dolci Preziosi e del pandoro Pink Christmas Balocco, avrebbero dovuto sostenere il progetto benefico I Bambini delle Fate; tuttavia, le donazioni benefiche sarebbero state fatte solo dalle aziende, indipendentemente dalle vendite dei prodotti griffati Ferragni.