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Cronaca

Militari in Strada: La Sicurezza Pubblica nel Mirino tra Nuove Carceri e Controlli agli Accessi

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Militari in Strada: La Sicurezza Pubblica nel Mirino tra Nuove Carceri e Controlli agli Accessi

Potenziamento della Sicurezza a Roma: 200 Militari Aggiuntivi nell’Operazione Strade Sicure

Il Vicepremier e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha svelato oggi un’importante iniziativa che prevede l’arrivo di 200 nuovi militari a Roma. Questa decisione è parte dell’operazione Strade Sicure, mirata a potenziare i controlli nel territorio della capitale. Salvini ha messo in risalto il contributo del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il costante impegno della Lega, evidenziando che questa azione segna un passo significativo verso una maggiore sicurezza per i cittadini.

Obiettivi dell’Operazione Strade Sicure

L’operazione Strade Sicure ha come scopo principale quello di aumentare la mobilità delle forze di polizia sul territorio, in modo da contrastare il crimine e migliorare il senso di sicurezza tra i residenti. L’annuncio di oggi, riguardante l’assegnazione di 200 militari, sottolinea l’attenzione del governo verso la sicurezza pubblica nella capitale italiana.

Presidi di Sicurezza Estesi in Principali Aree

Salvini ha dichiarato che il rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine non si limiterà solo alle strade, ma si estenderà anche alle stazioni ferroviarie e, nei momenti di urgenza, ai treni. L’intento è quello di garantire un monitoraggio efficace dei luoghi pubblici, contribuendo così a combattere attività illecite e offrire maggiore protezione ai cittadini.

Collaborazione Interministeriale

Il Vicepremier ha, inoltre, illustrato come, durante il suo mandato come Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ci fosse una volontà di collaborazione con il Ministero dell’Interno per potenziare la presenza delle forze dell’ordine in punti strategici, tra cui stazioni e veicoli di trasporto pubblico.

Riconoscimenti e Impegno per la Sicurezza

L’Ufficio Stampa della Lega ha accolto con favore questa iniziativa, sottolineando che il potenziamento delle forze dell’ordine rappresenta un chiaro segnale di attenzione nei confronti dei cittadini. Questa misura viene vista come un impegno concreto e diretto per migliorare la sicurezza pubblica nella capitale, rafforzando così la fiducia della popolazione nelle istituzioni.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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