Attualità
Perché non si può cercare Taylor Swift su X: conseguenze dei deepfake virali sul social

Taylor Swift è recentemente scomparsa dal social media X, precedentemente conosciuto come Twitter. Questo non è stato a causa di un errore tecnico, ma a causa di un’ondata di immagini pornografiche AI-generate, o deepfake, dell’artista che sono state condivise sulla piattaforma. Nonostante gli sforzi per rimuoverli, questi deepfake si sono diffusi ampiamente sui social media. Una di queste immagini, condivisa su X, è stata vista 47 milioni di volte prima che l’account fosse sospeso.
Le politiche dei social media proibiscono la condivisione di “media sintetici, manipolati o fuori contesto che possono ingannare o confondere le persone e causare danni”. In risposta alla condivisione delle immagini, X ha affermato: “I nostri team stanno rimuovendo attivamente tutte le immagini identificate e intraprendendo azioni appropriate contro gli account responsabili della loro pubblicazione.” Tuttavia, sembra che, per contenere la situazione, abbiano dovuto oscurare il profilo di Taylor Swift. La società ha affermato: “Questa è un’azione temporanea presa con molta cautela, diamo priorità alla sicurezza su questo argomento.”
La Casa Bianca ha anche commentato il caso, con la portavoce Karine Jean-Pierre che ha rivelato che l’amministrazione Biden è preoccupata per le foto e che il Congresso dovrà presentare leggi contro i deepfake. “Troppo spesso”, ha affermato, “l’uso di queste tecnologie senza controllo ha un impatto sproporzionato sulle donne e, purtroppo, anche sulle ragazze, che sono spesso oggetto di molestie online e abusi. Il presidente è quindi impegnato a frenare il rischio di un’AI degenerativa”.
Anche il presidente Biden è stato vittima di deepfake. La scorsa settimana, un software ha clonato la sua voce e ha lanciato un appello per non votare alle elezioni primarie del New Hampshire. Il problema delle immagini generate con l’IA è iniziato con i grandi licenziamenti post-pandemici delle grandi aziende tech, con X in prima linea. Dopo l’arrivo di Elon Musk, la piattaforma è diventata una terra senza regole, con la sua decisione di licenziare gran parte del team di moderazione.
Questo problema riguarda non solo X, ma anche Meta, che ha licenziato i team incaricati di controllare la disinformazione e le molestie sulle sue piattaforme. “C’è stata una frattura tra moderazione dei contenuti e governance delle piattaforme”, ha spiegato Ben Decker di Memetica a CBS News. “L’intelligenza artificiale, i social media, le autorità di regolamentazione e la società civile devono affrontare insieme il problema.”
Le immagini false che manipolano il corpo e il volto sono aumentate del 550% dal 2019 al 2023. Attualmente non esiste una normativa contro la condivisione o la creazione di immagini deepfake. Secondo DeepTrace, il 96% del materiale deepfake online è di natura pornografica. Dal 2018, l’analista Genevieve Oh ha scoperto che il numero di video porno deepfake è quasi raddoppiato ogni anno. Febbraio 2023 ha registrato il maggior numero di porno deepfake prodotti e caricati in un singolo mese.
Cronaca
Cicalone, fa rosicare i rosiconi e dà voce a chi non ce l’ha. “Altro che divano, provateci voi!”

Cicalone è tornato a colpire, e i rosiconi da tastiera possono solo mordersi le mani! Il noto youtuber, che da anni gira le periferie più dimenticate d’Italia per mostrare al mondo quello che nessuno vuole vedere, sta facendo impazzire chi lo critica stando comodamente seduto sul divano. Con i suoi video crudi e senza filtri, Cicalone porta alla luce volti, storie e persone che per troppi sono invisibili: ragazzi sfruttati, usati come pedine da chi vuole fare la morale o raccattare qualche like, ma che in realtà non ha mai messo piede in quei posti. E allora ben vengano personaggi come lui, che hanno il coraggio di accendere i riflettori su un’Italia che fa paura, ma che esiste eccome.
Cicalone dà voce agli invisibili: e i rosiconi rosicano
Cicalone non fa video per fare il figo o per raccattare visualizzazioni facili. Lui va dove gli altri non osano: nelle periferie abbandonate, tra palazzoni fatiscenti e strade che sembrano uscite da un film distopico. Qui incontra persone che la società ha dimenticato: giovani in preda all’alcol o a sostanze, spesso sfruttati da chi li usa per i propri scopi – che sia per fare propaganda politica o per sentirsi “impegnati” senza muovere un dito. Cicalone non giudica, non fa la morale: mostra e basta. E questo dà fastidio a chi preferirebbe tenere tutto sotto il tappeto. “Sta spettacolarizzando il degrado!”, strillano i rosiconi sui social. Ma la verità è che Cicalone sta facendo quello che loro non hanno il coraggio di fare: dare un volto e una voce a chi non ce l’ha.
Altro che chiacchiere: Cicalone rischia la pelle
Parlare è facile, ma provateci voi a stare faccia a faccia con questi ragazzi! Cicalone non gira con una scorta, non ha uno staff che lo protegge: va da solo, con la sua telecamera, in posti dove un litigio banale può trasformarsi in una tragedia. Ragazzi strafatti di alcol o sostanze, che in un attimo di rabbia possono diventare pericolosi, anche per motivi stupidi. “Vorrei vedere i più ardimentosi dei rosiconi qui, a fare i fenomeni davanti a un tizio che ti fissa con un coltello in mano”, si legge in uno dei commenti dei suoi fan. E come dargli torto? Cicalone rischia la pelle per mostrare una realtà che fa comodo ignorare, mentre i criticoni se ne stanno al sicuro, a pontificare dal loro salotto con l’aria condizionata.
Sfruttati e dimenticati: Cicalone accende i riflettori
Il vero scandalo non è Cicalone, ma quello che mostra. In queste periferie, le persone non sono solo invisibili: sono sfruttate. Vengono usate come simboli da chi vuole fare la vittima o da chi cerca di raccattare consensi, senza mai fare nulla di concreto per aiutarle. Cicalone, invece, non promette soluzioni miracolose: il suo obiettivo è semplice ma potente: portare attenzione su un fenomeno che tutti fingono di non vedere. E ci riesce alla grande, con video che fanno milioni di visualizzazioni e che costringono anche i più distratti a fermarsi e guardare. Ogni volto, ogni storia che racconta è un pugno nello stomaco, ma è un pugno necessario. Perché se non ci fosse lui, chi parlerebbe di questi ragazzi?
Cicalone, un eroe moderno: i rosiconi si arrangino
Mentre i rosiconi continuano a blaterare, Cicalone va avanti per la sua strada, e meno male! Non si piega alle critiche di chi lo accusa di “sensazionalismo” o di “mettere in pericolo” le persone che filma. La verità è che lui sta facendo un lavoro che nessuno ha il coraggio di fare, e lo fa con una sincerità che spiazza. I rosiconi possono continuare a rosicare, ma Cicalone non si ferma: continuerà a girare per le periferie, a mostrare l’Italia che fa paura, a dare voce a chi non ce l’ha. E se questo vi dà fastidio, cari criticoni, alzatevi dal divano e andate a fare qualcosa di utile, invece di sparare sentenze. Cicalone è un eroe moderno, e voi siete solo invidiosi. Punto.
Attualità
Immaginate se anziché Prodi, a tirare i capelli fosse stato un esponente del centrodestra

Immaginate se il gesto fatto da Romano Prodi, azione abbastanza ignobile, di tirare i capelli a una giornalista, la quale ha tutto il diritto di fare una domanda lecita, fosse accaduto a un esponente del centrodestra.
Immaginiamo se, al posto del “Mortadella”, presidente del consiglio che ci ha affossato con l’entrata nell’Euro, oltre alle svariate privatizzazione che hanno impoverito l’Italia, al suo posto ci fossero stati il presidente del Senato Ignazio La Russa, oppure quello della camera Lorenzo Fontana, o ancora Fabio Rampelli.
Cosa sarebbe accaduto, mediaticamente parlando, se qualche esponente della destra, avesse tirato i capelli a una giornalista? Facile e anche troppo scontato: tutti i giornali del mainstream vicini all’aria progressista, avrebbero fatto dei titoli e delle considerazioni molto più severe, appellandosi al maschilismo, all’urgente bisogno di sconfiggere il patriarcato, al fatto che la violenza fascista è sempre dietro l’angolo ecc…
La mancanza di rispetto per i giornalisti non ha colore, e invece tutto tace nelle redazioni della Repubblica e al TG3.
E allora ci viene da dire dove sta il giornalismo, dove sta la libertà? La verità è che ognuno tira l’acqua al suo mulino, omettendo spesso la verità fattuale.
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