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Rogo Ospedale Tivoli, un mese dopo: sindacati preoccupati tra ritardi e ‘fughe’
Il rogo dell’Ospedale di Tivoli ha suscitato forti preoccupazioni nei sindacati a causa dei ritardi nei lavori di ripristino e delle possibili “fughe” dei medici verso altre ASL.
A oltre un mese dall’incendio, settori cruciali come la radiologia e il laboratorio analisi restano sotto sequestro, generando disagi per i soccorsi nell’area di Roma Est. La situazione preoccupante ha spinto Anao Assomed e Cisl a chiedere l’istituzione di un tavolo permanente composto da Regione, Prefettura, Comuni, ASL e Magistratura per tracciare un cronoprogramma e avviare il percorso di riapertura dell’ospedale, che serve oltre 400mila residenti della provincia di Roma.
L’inchiesta della Procura è ancora in corso, con massima riservatezza, e ha disposto una consulenza approfondita sulle cause dell’incendio. Di conseguenza, alcuni settori della struttura rimangono sotto sequestro. Tuttavia, i sindacati lamentano che la bonifica e il ripristino dei reparti non siano ancora iniziati, e che i macchinari vengano trasferiti ad altri presidi della ASL Roma 5 e 9. Inoltre, ben 9 medici destinati all’ospedale Tiburtino accetteranno incarichi presso altre ASL.
Il presidente della Regione Rocca aveva previsto un periodo di chiusura di 4-6 mesi, ma i sindacati chiedono un maggior impegno da parte di tutte le autorità coinvolte per evitare ulteriori ritardi. Anao Assomed e Cisl hanno presentato un documento in cui chiedono alle istituzioni di istituire un tavolo permanente composto da Regione, Prefettura, Comuni, ASL e Magistratura per monitorare da vicino la situazione e avviare un percorso efficace per la riapertura dell’ospedale di Tivoli.