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Roma: Mistero sulla Morte di un Ventenne nel Cortile di una Scuola

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Roma: Mistero sulla Morte di un Ventenne nel Cortile di una Scuola

Scoperta Tragica nel Quartiere Trionfale

Nel cortile di una scuola situata nel quartiere Trionfale di Roma, è stato rinvenuto il corpo senza vita di un giovane ventenne. Intorno alle 11.30 un dipendente della scuola ha lanciato l’allarme, ma nonostante l’immediato intervento del personale medico, il ragazzo è stato dichiarato morto sul posto.

Indagini in Corso

La polizia, giunta sul luogo del ritrovamento, ha avviato immediatamente le indagini, effettuando rilievi all’interno della scuola. Sul corpo del giovane sono state trovate diverse ferite, inclusa una alla testa. Le indagini stanno esplorando varie ipotesi, inclusa quella del suicidio, e si stanno analizzando le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza per ricostruire i movimenti del ragazzo all’interno dell’istituto scolastico.

Determinazione dell’Orario della Morte

Pur essendo stato ritrovato al mattino, l’orario esatto del decesso è ancora incerto. L’autopsia sarà fondamentale non solo per stabilire l’ora del decesso ma anche per chiarire la natura delle ferite riportate.

Movimenti e Piste Investigative

Le prime ricostruzioni indicano che il ragazzo avrebbe raggiunto la scuola da solo in auto, ma rimane un enigma cosa sia successo successivamente. Una delle ipotesi suggerisce che possa essere caduto dalla cima della rampa che conduce agli scantinati. Tuttavia, le indagini restano aperte a tutte le possibilità, e stanno analizzando gli ultimi movimenti e le preoccupazioni del giovane.

Coinvolgimento della Famiglia

La polizia ha contattato i familiari del ventenne, cercando di ricostruire le sue ultime ore di vita per comprendere meglio se avesse appuntamenti o preoccupazioni particolari e per quale motivo si trovasse in quella scuola, con cui sembra non avere legami pregressi.

Fonte: Leggo

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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