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Anziana uccisa dal marito a padellate: vicino Roma il primo femminicidio del 2024
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Il primo femminicidio del 2024 si compie a “casa del diavolo”, in un luogo sperduto che qui tutti considerano una specie d’inferno. Una lite, le parole pesanti poi l’aggressione nel tugurio sperduto nelle campagne intorno al Monte Soratte, a 50 chilometri da Roma, in cui marito e moglie vivevano in condizioni igienico-sanitarie disastrose.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti lui, Giulio Camilli, 74 anni, conosciuto in paese come “Capelli impicciati”, ha afferrato una padella tra gli utensili in cucina e con forza ha colpito ripetutamente la moglie, Rosa D’Ascenzo, “Rosetta”, di due anni più piccola. E quando era già morta, ha caricato il corpo nella sua auto, ha affrontato i saliscendi della località “Quattro confini” nel buio più fitto guidando tra i viottoli sterrati immersi nella boscaglia fino a raggiungere l’ospedale di Civita Castellana, dove pochi minuti prima delle 22, ha consegnato la moglie ai medici: «È caduta dalle scale».
Una versione a cui i camici bianchi non hanno creduto fin da subito. Ed è bastato guardare i segni e i lividi sul capo e sugli arti, infatti, per rendersi conto che le ferite, così profonde e concentrate sulla testa, erano incompatibili con la caduta accidentale riferita dal coniuge. Non solo. La morte della donna sarebbe avvenuta, secondo un primo esame esterno, almeno tre ore prima dell’arrivo in ospedale. I sanitari hanno quindi avvisato i carabinieri del posto che hanno attivato i colleghi della stazione di Rignano Flaminio e della Compagnia di Bracciano, competente per il territorio di Sant’Oreste, nel quale ricade il casolare diroccato posto ai confini con le località di Civitella San Paolo, Nazzano e Ponzano Romano.
I militari, raggiunta l’abitazione, hanno trovato varie tracce e vari oggetti sporchi di sangue, diversi gli utensili della cucina repertati dal gruppo Scientifico. Forse gli animi durante la lite si erano agitati per qualche bicchiere di troppo. La vittima, ultimamente, non stava bene, aveva problemi di memoria. L’abitazione è stata posta sotto sequestro così come i due cellulari della vittima e la vettura dell’uomo.
La coppia era molto schiva, viveva ai margini della comunità di Sant’Oreste. Originaria di Ponzano Romano lei, nato a Fiano Romano lui, da oltre 25 anni si erano trasferiti nel vecchio casolare sgangherato dove allevano alcune pecore, una mucca, un cavallo e le galline, coltivando la terra intorno. Una cancellata rotta e senza più la recinzione intorno dà il benvenuto nella loro casa. Un cane abbaia ringhioso poi si allontana. C’è un cimitero di auto smontate e qualche scocca di motorini. La puzza è nauseabonda. I
l sindaco di Sant’Oreste, Gregory Paolucci, quella realtà la conosce: «Con i servizi sociali, la Asl, i veterinari e i forestali siamo andati lì per un sopralluogo l’anno scorso e anche 2 anni fa – racconta – in quel modo i due anziani avevano vissuto da sempre, ma erano seguiti. Non siamo però riusciti a spostarli di lì, è stata una loro scelta di vita. La loro condizione merita rispetto. Eravamo preoccupati perché era difficile raggiungerli, specie se nevicava. Ma mai erano emersi problemi di violenza, se così fosse stato avremmo agito in maniera differente».
A quanto pare, Capelli impicciati e Rosetta avevano fissato il loro domicilio a casa del figlio Luca che abita a Fiano e che da tempo si era allontanato da quella situazione, sposandosi e crescendo due figli. Ieri, raggiunto al telefono dal sindaco, sconvolto, si è detto incredulo: «Nulla faceva presagire un fatto tanto grave». Che cosa sia successo esattamente nella casa diroccata – dove pure i servizi sociali avevano appurato ci fosse comunque elettricità e acqua -, però, è tutto da accertare. «In considerazione della gravità del reato commesso e dell’incertezza del luogo di dimora dell’indagato, dopo il sequestro dell’abitazione, sussistendo il concreto pericolo di fuga dell’uomo», scrive Andrea Calice, il procuratore facente funzioni di Tivoli in una nota, «è stato emesso il decreto di fermo».
Camilli sarà sentito dal gip per l’interrogatorio di convalida nelle prossime ore. In passato all’uomo erano state ritirate delle armi, fucili di cui era in possesso, perché ritenuto una persona con «carattere estremamente litigioso». Eppure non risultano denunce o interventi delle forze dell’ordine per aggressioni domestiche da “codice rosso”, il percorso per prevenire la violenza di genere. Anche se sono in corso da parte degli investigatori ulteriori accertamenti, anche di natura tecnica, non solo per verificare se vi fossero stati dei fattori di rischio tali da consentire di prevenire il femminicidio.
Cronaca
Roma, donna presa a pugni nello stomaco mentre si reca al lavoro
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Negli Stati Uniti, un pericoloso fenomeno conosciuto come “knockout game” ha avuto conseguenze letali. Questo inquietante “gioco” consisteva nell’aggredire ignari passanti con un pugno, senza motivo, solo per dimostrare forza davanti agli amici. Spesso, questi atti di violenza venivano filmati e pubblicati su piattaforme come YouTube. L’ultimo episodio simile si è verificato ieri mattina a Monteverde, dove una donna è stata colpita mentre si recava al lavoro.
Cosa è Successo
Una violenza improvvisa e inspiegabile ha colpito una quarantenne, lasciandola senza parole e senza fiato. Patrizia, nome di fantasia, stava camminando in via Federico Ozanam alle 8.55 del mattino quando un uomo l’ha attaccata, colpendola alla bocca dello stomaco. «Ero in strada e stavo andando verso l’ufficio, con le cuffie per ascoltare musica e camminavo velocemente. Poi, improvvisamente, un uomo mi ha colpito con un pugno,» racconta.
Nonostante la zona fosse trafficata e vicino al mercato di piazza San Giovanni di Dio, la vittima non ha subito ferite gravi. «Il colpo è stato forte, ma non ho lividi e non è stato necessario andare al pronto soccorso,» aggiunge Patrizia. Resta però lo shock e la paura nel quartiere. Dopo essere stata colpita, la donna ha osservato il suo aggressore, che la guardava con soddisfazione. «Un uomo sulla sessantina, corporatura robusta, con la carnagione chiara, indossava una t-shirt azzurra e aveva cicatrici sul braccio.»
La Risposta della Comunità
Patrizia ha subito denunciato l’accaduto ai Carabinieri della Stazione Gianicolense, dando il via a una caccia all’uomo. «È avvenuto tutto molto velocemente e nessuno si sente più al sicuro in un mondo così complicato,» conclude. Anche una passante ha sollevato preoccupazioni, commentando: «Ma è matto?» A fronte dell’indifferenza di molti altri passanti, questo episodio solleva nuovamente il dibattito sulla sicurezza pubblica.
L’ondata di violenza legata al “knockout game” è un segno dei tempi e delle problematiche sociali sottostanti che richiedono una risposta efficace per garantire la sicurezza dei cittadini. La sensibilizzazione e la vigilanza sono essenziali per prevenire ulteriori episodi di questo tipo.
News
Incidente ad Aprilia: Esplosione di Bombole d’Ossigeno su un Furgone
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Conducente in Gravi Condizioni Dopo l’Incidente tra Nettuno e Velletri
Un tragico incidente è avvenuto nella zona periferica tra Nettuno e Velletri, in provincia di Roma. Un furgone che trasportava bombole d’ossigeno è stato coinvolto in un’esplosione, causando un incendio devastante che ha lasciato il conducente in condizioni critiche.
Dettagli dell’Incidente
L’incidente è accaduto lungo la strada che collega Nettuno e Velletri. Durante il tragitto, le bombole d’ossigeno caricate nel furgone sono esplose improvvisamente, dando origine a un incendio di grandi proporzioni. Il conducente del veicolo, gravemente ferito, è stato prontamente trasportato all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina per ricevere cure urgenti.
Dalle prime ricostruzioni emerge che il personale sanitario è stato tra i primi a notificare l’incidente alle autorità tramite il Numero Unico delle Emergenze 112. Numerosi mezzi di soccorso sono intervenuti rapidamente per prestare assistenza all’uomo ferito.
Reazioni della Comunità Locale
L’esplosione è stata accompagnata da un forte boato che ha subito allarmato i residenti nelle vicinanze. Un abitante della zona, dichiarando su un gruppo Facebook, ha raccontato: “Abito qui vicino e ho subito chiamato i vigili del fuoco e l’ambulanza. L’esplosione ha creato panico”. Altri cittadini hanno condiviso foto e video dell’incidente sui social media, mostrando la carcassa del furgone ridotta a un ammasso di rottami.
Grazie all’intervento tempestivo dei soccorritori, l’uomo alla guida è stato tratto in salvo dal veicolo distrutto.
Indagini delle Autorità
Gli agenti della polizia stradale sono attualmente sul luogo dell’incidente per effettuare ulteriori accertamenti sulla dinamica dell’accaduto. Questo episodio evidenzia ancora una volta l’importanza di gestire in modo sicuro il trasporto di materiali pericolosi e la necessità di un sistema di emergenza efficace.
La comunità locale rimane in apprensione, in attesa di aggiornamenti sulle condizioni di salute del conducente coinvolto.
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