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Saluto romano, il pg della Cassazione: “Ecco quando può essere considerato reato”
Il saluto romano e la legge Mancino: le recenti dichiarazioni del pg della Cassazione
Recentemente, durante un intervento davanti alle Sezioni Unite della Suprema Corte, l’avvocato generale e pg di Cassazione, Pietro Gaeta, ha affrontato la questione del saluto fascista e la sua rilevanza penale in base alla legge Mancino. Gaeta ha sostenuto che il saluto fascista può rientrare nel perimetro punitivo della suddetta legge quando rappresenta un pericolo concreto per l’ordine pubblico.
Gaeta ha citato un caso specifico in cui la Corte d’Appello di Milano ha condannato alcuni esponenti di un movimento di estrema destra per aver compiuto il saluto fascista durante una commemorazione. Tuttavia, ha sottolineato la necessità di distinguere tra situazioni diverse, come ad esempio una commemorazione di massa e un gesto compiuto da pochi individui davanti a una lapide in un cimitero di provincia.
Secondo Gaeta, la democrazia giudiziaria deve essere in grado di distinguere tra casi in cui il saluto fascista costituisce una mera offesa alla sensibilità individuale e casi in cui comporta un effettivo pericolo per l’ordine pubblico. Ha anche espresso preoccupazione per la possibilità di sentenze discordi da parte dei tribunali su casi simili, sottolineando l’importanza di uniformità e coerenza nelle decisioni giudiziarie.
In definitiva, le dichiarazioni del pg della Cassazione hanno sollevato nuove riflessioni sulle circostanze in cui il saluto fascista può essere considerato reato in base alla legge Mancino, aprendo così il dibattito su una materia dibattuta e controversa.