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Spari contro un’abitazione a Roma in zona Case Rosse

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Spari contro un’abitazione a Roma in zona Case Rosse

Spari nella notte a Roma

Nella tarda serata di ieri, mercoledì 23 gennaio, la periferica zona di Case Rosse a Roma è stata teatro di un grave episodio di violenza. Diversi colpi di pistola hanno colpito un’abitazione in via Cercepiccola, apparentemente come un chiaro avvertimento. I proiettili hanno perforato la porta d’ingresso della casa, con due di essi che sono penetrati all’interno, senza fortunatamente ferire nessuno degli occupanti.

Intervento delle forze dell’ordine

A seguito di una chiamata al 112, i carabinieri di Settecamini e i colleghi della compagnia di Tivoli sono giunti rapidamente sul luogo. Le autorità stanno attualmente conducendo indagini approfondite per fare luce su quanto accaduto e per identificare i responsabili di questo attacco. Le ricerche sono in corso e i dettagli sono ancora pochi, ma ogni pista viene attentamente vagliata.

Le vittime dell’attacco

Al momento degli spari, nell’abitazione erano presenti una donna e suo figlio. Tuttavia, secondo le fonti, sembra che il reale destinatario della minaccia fosse il marito della donna, un uomo con precedenti penali attualmente detenuto in carcere. Questo dettaglio rafforza l’ipotesi che l’episodio possa essere collegato a regolamenti di conti o a un chiaro messaggio indirizzato al detenuto.

Conclusioni

L’episodio ha scosso la quiete della zona di Case Rosse, evidenziando la necessità di intensificare i controlli e le misure di sicurezza nella periferia di Roma. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti dalle autorità man mano che le indagini procederanno.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

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Arrestato per aver cercato di sfondare la porta di casa dell’ex fidanzata e per aver tentato di aggredire i carabinieri.

Un uomo di 67 anni è stato arrestato per aver perseguitato l’ex compagna, tentando anche di sfondare la porta di casa sua. L’episodio è avvenuto la sera di venerdì 21 febbraio a Tor Vergata, quando la donna ha contattato il numero unico delle emergenze 112, segnalando che l’ex si stava tentando di entrare nella sua abitazione. I carabinieri sono intervenuti, arrestando l’uomo in flagranza di reato.

La dinamica

Secondo la vittima, l’ex compagno ha iniziato a colpire ripetutamente il portoncino d’ingresso con calci e pugni nel tentativo di entrare. Non accettando la fine della relazione, il 67enne ha perseguitato la donna per lungo tempo. Dopo l’ennesimo tentativo di intrusione, la vittima ha deciso di contattare le forze dell’ordine.

L’arresto

L’uomo, che si trovava in stato di ebbrezza, ha cercato di aggredire i carabinieri con una bottiglia di vetro per sfuggire al loro controllo, ma non ha causato feriti. Dopo essere stato bloccato, è stato portato in caserma per le procedure di rito e successivamente trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove il Tribunale ha convalidato il suo arresto.

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

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Decesso dopo il parto a Rieti, scattano indagini per un risarcimento di quasi 2 milioni di euro dalla Asl

Le indagini sono state avviate a Rieti in seguito al risarcimento di 1,8 milioni di euro da parte della Asl alla famiglia di una paziente deceduta dopo un parto cesareo. La Corte dei Conti sta esaminando il caso.

Dettagli della vicenda

Una donna è morta dopo un intervento di parto cesareo presso l’ospedale San Camillo De Lellis a Rieti. Inizialmente, la paziente aveva manifestato dolore e gonfiore addominali. Tuttavia, i medici non hanno ritenuto necessario effettuare ulteriori controlli. A causa di ciò, si erano sviluppate gravi complicazioni, tra cui un’emorragia interna che ha reso urgente un’isterectomia, la quale è stata eseguita con un ritardo di sette ore, portando alla morte della donna.

Le conseguenze legali

Due medici sono stati condannati per omicidio colposo in merito all’accaduto, mentre una dottoressa, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha presentato ricorso in Cassazione. Nonostante siano trascorsi oltre dieci anni, la vicenda legale non si è ancora conclusa.

Indagine della Corte dei Conti

Secondo quanto riportato da la Repubblica, la Asl di Rieti è stata condannata in primo grado come responsabile civile e ha presentato reclamo in Corte d’Appello, dove il procedimento rimane aperto. In aggiunta ai procedimenti penali e civili già avviati, è stato avviato un procedimento davanti alla Corte dei Conti per chiedere un risarcimento per danno erariale nei confronti dei medici coinvolti, in relazione all’incapacità di salvare la paziente.

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