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Cronaca

Tragedia a Monte Compatri: un uomo di 30 anni arrestato per l’omicidio di un ragazzo di 14 anni

14enne ucciso a Monte Compatri: terzo fermo, è un uomo di 30 anni

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Tragedia a Monte Compatri: un uomo di 30 anni arrestato per l’omicidio di un ragazzo di 14 anni

Omicidio di Alexandru Ivan a Monte Compatri: Ultimo Arresto di un Uomo di 30 Anni

**Il contesto dell’omicidio**

Un tragico evento ha scosso la comunità di Monte Compatri, dove un ragazzo di soli 14 anni, Alexandru Ivan, ha perso la vita in un’aggressione avvenuta al capolinea della metropolitana C. L’episodio si è verificato nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2024 e ha suscitato un’onda di shock e indignazione tra i residenti e le autorità locali.

**Nuovo arresto legato al caso**

Recentemente, le forze dell’ordine hanno proceduto al fermo di un uomo di 30 anni, considerato il terzo sospettato coinvolto nell’omicidio di Alexandru. Questo individiuo è fratello di due giovani già arrestati: Corum e Dino Petrov, cugini del primo. Corum si era costituito ai carabinieri due giorni dopo il fatto, mentre Dino è stato catturato in un comune vicino, dopo aver tentato di sfuggire alle autorità.

**Le indagini e le prove raccolte**

La Procura della Repubblica di Velletri ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare per il trentenne, i cui movimenti sono stati tracciati grazie all’analisi dei dati telefonici. Si è infatti constatato che il suo telefono si trovava nel parcheggio della metropolitana al momento fatale. Ulteriori indagini hanno rivelato che anche l’uomo aveva cercato di allontanarsi dal luogo del crimine, rifugiandosi ad Aprilia.

**Ricostruzione degli eventi**

L’omicidio è avvenuto dopo una rissa tra bande rivali che si era originata in un locale notturno, probabilmente a causa di diverbi alimentati dall’alcool. Alexandru si trovava nel parcheggio insieme al patrigno e zio quando un gruppo di aggressori, probabilmente intenzionato a intimidire, ha aperto il fuoco. Nonostante le intenzioni iniziali, un proiettile ha ferito gravemente il giovane, che è deceduto poco dopo.

**Aggressori e detenzioni**

Fino ad oggi, sono stati effettuati tre arresti collegati all’omicidio, tutti membri della stessa famiglia, tra cui due fratelli e un cugino. Le indagini continuano senza sosta, con l’obiettivo di chiarire ogni aspetto del caso e identificare altri possibili responsabili.

Questo drammatico episodio ha acceso un dibattito sulla sicurezza e la violenza giovanile, invitando a una riflessione profonda su come affrontare il problema e prevenire future tragedie.

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Cronaca

Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Cronaca

Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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