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Cronaca

Ucciso nelle campagne del Viterbese, salgono a 6 gli arresti

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Ucciso nelle campagne del Viterbese, salgono a sei gli arresti – Notizie – Ansa.it

Sei persone coinvolte nell’omicidio di Salvatore Bramucci, freddato con sei colpi di pistola nelle campagne del Viterbese, sono state arrestate dopo un’indagine condotta dai carabinieri di Viterbo. Il procuratore della Repubblica di Viterbo, Paolo Auriemma, ha dichiarato che “con questi arresti abbiamo chiuso il cerchio delle indagini sull’omicidio Bramucci”.

Le indagini hanno rivelato che l’omicidio potrebbe essere stato provocato dalla volontà di Bramucci di lasciare la famiglia portando via una grande somma di denaro. Tra le persone arrestate vi sono membri del presunto gruppo di fuoco, come Tonino Bacci, Lucio La Pietra, la cognata della vittima Sabrina Bacchio e la moglie di Bramucci, Elisabetta Bacchio, entrambe sospettate di essere coinvolte nell’organizzazione dell’omicidio.

Recentemente, altre due persone coinvolte nella morte di Bramucci, Alessio Pizzuti e Costantin Pomirleanu, sono state arrestate, chi con il braccialetto elettronico ai domiciliari e l’altro in carcere. Nonostante la chiusura provvisoria del cerchio delle indagini, gli inquirenti stanno ancora valutando la posizione di altre persone coinvolte nella vicenda.

Il procuratore Auriemma ha dichiarato che la chiusura delle indagini è importante per rassicurare la cittadinanza, sottolineando l’importanza della competenza e della conoscenza del territorio da parte delle forze dell’ordine nel portare avanti le indagini. La conferenza stampa dove sono stati annunciati gli arresti è stata presenziata anche dal pm Massimiliano Siddi, dal comandante provinciale dei carabinieri Massimo Friano, dal capitano dei carabinieri Anania e dal capitano Bucalo.

Per ulteriori informazioni, puoi consultare l’articolo originale qui.

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Prime dieci sospensioni effettuate

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Rientro amaro per alcuni studenti romani che ieri hanno ripreso le lezioni in presenza, mentre sono iniziate le sospensioni per coloro coinvolti nelle recenti occupazioni. Al liceo classico Virgilio, la sanzione ha colpito un solo studente per la sua partecipazione a varie mobilitazioni, inclusa una protesta in cui è stata bruciata una foto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per lui sono stati disposti 10 giorni di sospensione, con la curiosità su eventuali misure disciplinari per gli altri coinvolti.

Al liceo Cavour, dieci studenti hanno subito sanzioni, la cui durata è iniziata ieri, sebbene l’obbligo di frequenza sia mantenuto. I ragazzi hanno infatti organizzato un sit-in di protesta contro le “misure di repressione”, evidenziando le punizioni disciplinari che comportano fino a 15 giorni di sospensione, ore di volontariato con la comunità di Sant’Egidio e letture di “Il maestro e Margherita” di Bulgakov e “Contro il fanatismo” di Amos Oz.

I DANNI

Il tema delle sanzioni è strettamente legato al risarcimento danni. I collettivi studenteschi stanno attivando raccolte fondi anonime per evitare che solo pochi vengano identificati come responsabili. Al Morgagni sono stati raccolti oltre 4700 euro, mentre al Virgilio la somma ha superato i tremila. Due studenti del Visconti sono stati individuati come responsabili sulla base di una foto pubblicata su Instagram e dovranno coprire un risarcimento di 7200 euro. Gli studenti di Visconti avvertono che, in caso di mancato risarcimento, potrebbero affrontare un processo penale con la costituzione di parte civile da parte del ministro Valditara.

LA RIAPERTURA

In contrasto, il rientro per gli studenti del liceo Gullace di Roma è stato più gratificante, poiché sono tornati nella sede centrale dopo due mesi di chiusura. La struttura di piazza dei Cavalieri del Lavoro era stata chiusa per lavori di messa in sicurezza sismica. Dopo disagi legati a incendi e trasferimenti, dal 7 gennaio l’edificio ha riaperto, accogliendo nuovamente studenti con 22 aule riattivate. Daniele Parrucci ha spiegato che sono stati forniti banchi e sedie mancanti, e che sono stati eseguiti interventi di manutenzione per garantire l’operatività dell’edificio in sicurezza.

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Furti e aggressioni nelle abitazioni di coppie di anziani, arrestata la banda

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Pericolosi, violenti e specializzati in furti in abitazione. Cinque banditi sono stati arrestati dai carabinieri di Frascati dopo aver messo a segno otto colpi tra Grottaferrata, Centocelle e Fidene tra l’11 e il 27 novembre. Le indagini hanno incluso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e satellitari. La “centrale operativa” della banda era situata nel campo rom di via dei Gordiani, dove è stato arrestato il capo, Luigi D. G., di 54 anni, insieme alla compagna, Laura M., di 34 anni. Tre altri complici, già in carcere per reati analoghi, erano Valentino M., di 27 anni, Florin T. e Alex M., entrambi di 24 anni.

LA SEQUENZA

La banda operava con modalità collaudate. A bordo di una Jeep Renegade noleggiata, il capo accompagnava i complici nei luoghi dei furti, prendendo di mira abitazioni di anziane coppie. Il primo allarme era scattato l’11 novembre a Grottaferrata, dove hanno fatto irruzione in due appartamenti, rubando oggetti per un valore di 10mila euro. Una vicina, insospettita, ha fotografato la targa del veicolo, attivando il “Targa System”. Dopo, i ladri hanno continuato a colpire, aggredendo anche un anziano in casa sua il 16 novembre con minacce di morte.

SOTTO LA LENTE

Le indagini non si fermano qui. Le utenze telefoniche del capo e della compagna continuano a essere monitorate anche dopo gli arresti. I complici detenuti hanno contattato Luigi D. G. e Laura M. tramite telefoni a loro disposizione in carcere. Nelle conversazioni registrate, hanno chiesto aiuti economici e minacciato di denunciarli se non ricevessero supporto. Gli investigatori stanno dunque esaminando un secondo filone d’indagine riguardante il traffico di telefoni e sim all’interno delle carceri.

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