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Amadeus Dargen “Cessate il fuoco in Palestina, i bambini sono sacri”

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Amadeus riprende messaggio Dargen per cessate il fuoco in Palestina: i bambini sono sacri

Sanremo rappresenta molto più che semplici canzoni e performance; è anche politica e attualità, spesso generando polemiche. Come sottolineato da Amadeus durante la conferenza stampa della seconda serata, le polemiche non si possono controllare o pianificare in anticipo.

Un esempio di ciò può essere la controversia potenziale che avrebbe potuto scaturire dal messaggio in “Onda alta”, la canzone di Dargen D’Amico. La canzone si rifà alle diverse opinioni esistenti riguardo il conflitto tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza. Tuttavia, il richiamo alla pace di Dargen D’Amico è stato pienamente supportato da Amadeus, nonostante abbia ammesso di non essere stato precedentemente informato delle intenzioni dell’artista.

In un’interazione con un giornalista durante la conferenza stampa, Amadeus ha risposto a una domanda riguardo l’appello di Dargen D’Amico per un cessate il fuoco. Amadeus ha confermato che, sebbene non ne fosse a conoscenza, è pienamente d’accordo con la posizione dell’artista : “Non lo sapevo, ma concordo completamente con lui. Ha toccato il tema dei bambini, che per me sono sacri. Ha fatto bene a ricordare ciò che sta accadendo in Medio Oriente”.

La canzone di Dargen D’Amico “Onda Alta” contiene un messaggio molto chiaro riguardo alla situazione attuale del mondo. Alla fine della sua performance, l’artista ha lanciato un appello per il “cessate il fuoco”, invocando anche l’aiuto divino. D’Amico ha dedicato la sua canzone alla cugina Marta, attualmente studentessa a Malta, ma ha voluto estendere il suo messaggio a tutti quelli meno fortunati: “In questo momento, nel Mediterraneo ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua e cibo. Il nostro silenzio rende tutti noi corresponsabili. Né la storia, né Dio, accettano la complicità silenziosa: cessate il fuoco”.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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